Il futuro della Posta
"Uno stop allo smantellamento della Posta". A parlare così è Sergio Rossi, economista dell'Università di Friborgo, invitato a una conferenza pubblica a Monte Carasso
"Uno stop allo smantellamento della Posta". A parlare così è Sergio Rossi, economista dell'Università di Friborgo, invitato a una conferenza pubblica a Monte Carasso, per discutere del futuro della Posta. Gli ha fatto eco l'imprenditore e consigliere nazionale Fabio Regazzi (PLR, TI), membro della commissione dei trasporti e delle comunicazioni: "Dato che Doris Leuthard ha istituito una commissione, sarebbe più logico che tutto il processo si fermasse fino a quando si avranno dei risultati".
Ma la sintonia tra i due intervenuti al dibattito si ferma qui. Rossi parla di "smantellamento degli uffici postali", Regazzi di "trasformazione". "La Posta – spiega il consigliere nazionale - cerca di rispondere ai cambiamenti. Non sono però d'accordo con il metodo, l'arroganza, la scarsa sensibilità nei confronti dei cittadini. Il tutto andava invece fatto con altre modalità e tempistiche, coinvolgendo gli attori. E questo ha generato una giusta e comprensibile reazione. La politica sta cercando di correggere ma non di invertire la rotta: indietro non si torna".
“Comodo dare colpa all'economia per questi cambiamenti”, ha invece ribadito Rossi. “soprattutto se si è influenzati dall’ideologia dominante, quella liberista, che massimizza l’utile e socializza le perdite. Proprio per le sue caratteristiche, quando si parla di servizio pubblico non si deve ragionare con un’ottica di mercato ma complementare all'economia privata. Non si può andare avanti con manager che trattano i lavoratori come merci, tagliando con una sorta di accanimento terapeutico. Bisogna invece trovare nuove idee, ad esempio offrire servizi digitali in maniera decentrata, con nuovi modelli di sviluppo”. (GiVi)
