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AutoPostale deve tornare al tavolo dei negoziati e risolvere i problemi

L’assemblea dei delegati esprime la propria fiducia alla delegazione negoziale e desidera aprire il fondo di lotta.

«Una giornata più nera che mai», è così che la delegazione negoziale ricorda il 22 luglio 2020, il giorno in cui il gruppo della Posta ha interrotto unilateralmente le trattative per il CCL. syndicom si era avvicinato ad AutoPostale con un’ultima offerta. Allo stesso tempo AutoPostale aveva messo in discussione l’intera delegazione negoziale di syndicom.

La delegazione negoziale non ha voluto e non ha potuto formulare da sola la questione di come syndicom dovesse reagire a questo blocco, motivo per cui ha atteso la prevista assemblea dei delegati. I delegati presenti hanno quindi deciso quanto segue.

  • AutoPostale sarà in sostanza invitata a riprendere le negoziazioni. Ripartire dall’inizio non è contemplato.
  • La delegazione negoziale non sarà sostituita. Essa gode della piena fiducia dei delegati e della direzione del settore.
  • Il mandato di negoziazione rimane tale. Devono essere risolte tutte le problematiche oppure bisogna individuare una strada per trovare una soluzione.
  • La direzione del settore deve chiedere al Comitato direttivo di syndicom di aprire il fondo di lotta.
  • La delegazione negoziale e il Comitato direttivo sono incaricati di elaborare un programma per la campagna, pianificare iniziative e implementarle qualora il gruppo della Posta dovesse continuare a bloccare le trattative.
     

AutoPostale aveva promesso di risolvere i problemi. Ma l’interruzione crea nuovi problemi.

Quasi due anni fa i collaboratori di AutoPostale ne avevano abbastanza. Non hanno più accettato di prestare lavoro non retribuito, hanno chiesto il corretto conteggio delle spese e dei tempi di tragitto oppure hanno protestato contro la pressione sul lavoro. La cosa si spinse al punto che l’allora direttore Thomas Bauer disse pubblicamente a Blick «Sorry» promettendo di risolvere i problemi. Due anni più tardi pare che la volontà da parte della Posta sia venuta a mancare. Con l’interruzione delle trattative per il CCL, il gruppo della Posta compromette il partenariato sociale. Il cambiamento culturale promesso non è a quanto pare avvenuto.

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