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Una vittoria di misura a scapito delle donne

Stringatissimo Sì a AVS 21

L’Unione sindacale svizzera (USS) si rammarica per il "Sì" alla proposta di legge ''AVS 21''. È una decisione contro le donne interessate. I tagli alle prestazioni decisi peggiorano la già problematica situazione delle donne a livello di retribuzioni e di rendite di vecchiaia. I partigiani di ''AVS 21'' hanno promesso alle donne che questi problemi verranno affrontati. Ora occorrono delle misure forti affinché l'indipendenza finanziaria delle donne e la parità finalmente si concretizzino. Il divario pensionistico dev’essere colmato rapidamente. Occorre anche un'offerta sufficiente e a prezzi accessibili dell’assistenza all’infanzia per le famiglie con bambini. Per finire, è urgente migliorare i salari e le condizioni di lavoro nelle professioni tipicamente femminili.

(USS) Il divario pensionistico non è un problema solo per le donne. Con le rendite di vecchiaia in caduta libera, l’aumento dell’inflazione e l'esplosione dei premi delle casse malati arrivano nel peggior momento. I redditi di tutte/i le/i pensionate/i e delle/dei future/i pensionate/i sono subiscono forti pressioni. Per l’USS è evidente che occorre affrontare concretamente e senza tergiversare il problema delle rendite di vecchiaia troppo basse. La compensazione integrale del rincaro nelle rendite dell’AVS è un primo passo importante. Spetta ora al Consiglio degli Stati sostenere la decisione del Consiglio nazionale.

Gli ambienti economici hanno speso milioni per promuovere l'innalzamento dell'età pensionabile delle donne. I media principali hanno condotto un'intensa campagna per fomentare i timori sulla stabilità dell'AVS. Nonostante ciò, l'alleanza referendaria è riuscita a convincere ben oltre la propria base. L'argomento principale, ossia il divario pensionistico tra uomini e donne, è stato ampiamente dibattuto e riconosciuto come un problema. Durante tutta la campagna di votazione, il padronato e i borghesi non hanno assolutamente voluto parlare del già previsto ulteriore aumento dell'età di pensionamento a 67 anni. L’Unione sindacale svizzera si opporrà con ogni mezzo a qualsiasi nuovo tentativo d’innalzamento dell'età di pensionamento. Il "no" ha ottenuto una chiara maggioranza in Svizzera francese, in Ticino e, secondo i sondaggi, anche da parte delle donne. Ciò dimostra che qualsiasi ulteriore peggioramento delle prestazioni, che interesserebbe tutti i gruppi della popolazione, non otterrà mai una maggioranza nelle votazioni popolari.

Buona notizia: il rifiuto di un ulteriore abbassamento delle imposte

Il No al progetto di legge per l’abolizione dell’imposta preventiva sugli interessi obbligazionari è stato respinto e lascia sperare che si metta definitivamente un termine a una politica fiscale sbagliata in favore dei redditi elevati, delle persone molto ricche e delle aziende. Il messaggio a Ueli Maurer e alla maggioranza conservatrice del Consiglio federale e del Parlamento non può essere più chiaro: bisogna finirla con i vantaggi accordati unilateralmente ai ceti superiori. Alla luce dell'elevata inflazione e degli imminenti quanto scioccanti aumenti dei premi di cassa malattia e del prezzo dell'energia, è necessario un aiuto concreto e rapido per le lavoratrici, i lavoratori, le pensionate e i pensionati.

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