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Cassa pubblica: «È costoso e inutile avere sessanta casse»

L’iniziativa federale « Per una cassa malati pubblica » arriverà alle urne il 18 settembre prossimo. Essa è sostenuta da una ventina di associazioni di pazienti, di medici, di partiti (il PSS ; i verdi, il Partito comunista, …), dai sindacati e da altre associazioni (MPF, FRC, …). L’iniziativa consentirà dei premi cantonali più trasparenti e l’accento sarà messo sulla prevenzione anziché sulla selezione dei cosiddetti “rischi buoni”. Ecco l’intervista a Pierre-Yves Maillard, consigliere di Stato socialista vodese, capo del Dipartimento della salute e convinto difensore della cassa pubblica.

© Max Spring

syndicom, il giornale : Cosa vuole l’iniziativa ?

Pierre-Yves Maillard : una cosa molto semplice: mettere fine alla falsa concorrenza sui premi che si basa soltanto sulla caccia agli assicurati in buona salute. I diversi premi si differenziano soltanto per questo. Questa selezione dei rischi fa marcire il sistema. Ecco perché è stata proposta una sola agenzia per cantone anziché sessanta casse a caccia in 26 cantoni. È costoso e inutile avere 60 casse che offrono le stesse prestazioni. Questo causa della pubblicità inutile, riserve inutili e procedure incomprensibili nella fissazione dei premi. L’organizzazione precisa sarà poi decisa dalle Camere. Io sono a favore della maggior flessibilità possibile.

Quali sono i punti forti di questa iniziativa 2014 ?

L’elemento centrale parrebbe assai semplice e l’ambizione assai modesta. Tuttavia per il sistema significherà già tanto: ovvero bisognerà garantire che i premi subiscano degli aumenti severi e controllati come i costi. Da 10 anni si constata che in Svizzera in media i costi aumentano del 3% all’anno (2% nel canton Vaud). Ora, non c’è nessuno che possa dire che gli aumenti dei premi si siano limitati al 3%. Si sono visti aumenti del 6-7 fino al 10% o addirittura al 15% dovuti soltanto alla concorrenza tra le casse! Se invece ci fosse una cassa che condivide tutti i rischi a cantone, quando i costi aumentano del 3%, allora anche i premi aumenterebbero del 3%.

Uno degli argomenti forti degli oppositori, soprattutto nella Svizzera tedesca, è l’idea della statalizzazione dell’assicurazione malattia…

Il modello è un’istituzione autonoma di diritto pubblico ma indipendente dallo Stato che sarebbe soltanto uno dei partner del sistema. Altri partner sarebbero le associazioni dei pazienti, i prestatori di assistenza e i cantoni.

Le ultime tre iniziative sulla cassa unica sono state bocciate da oltre il 70% dei votanti. Cos’è che permetterà al progetto 2014 di vincere?
Il sistema continua a degradarsi al livello della leggibilità, della trasparenza e della logica quando si tratta di fissare i premi. Questo progetto qua è più semplice. Esso si concentra sull’organizzazione del sistema e non sul tipo di finanziamento. Sono state messe in evidenza delle incoerenze forti nel finanziamento « cantone per cantone » che, a mio avviso, hanno contribuito a rendere visibili i difetti maggiori del sistema attuale con dei premi pagati in eccesso da alcuni cantoni e con altri cantoni che invece ne hanno pagati troppo pochi.

Senza l’iniziativa dunque potremmo rivivere lo scenario degli ultimi anni?
Senza l’iniziativa è matematico che questo si riprodurrà. Le 61 casse si ritroveranno di nuovo nella situazione dove i loro gruppi di assicurati saranno troppo piccoli in certi cantoni per coprire i costi che possono fluttuare massicciamente da un anno all’altro. Essi avranno per forza bisogno di andare a prendere i premi pagati dagli assicurati di altri cantoni per pagare le spese che possono subentrare in un cantone. La tenuta tra premi e costi in questo modo non è assolutamente assicurata da cantone a cantone. Invece una sola agenzia per cantone garantisce dei gruppi di assicurati di taglia sufficiente.

Se Lei fosse stato eletto Consigliere federale nel 2011, avrebbe proposto cose diverse da Alain Berset ?
Io non faccio della fanta-politica. Noto semplicemente che Alain Berset ha proposto un contro-progetto e che egli ha convinto il Consiglio federale a farlo, che comunque significa che c’è stata una chiara conferma da parte del Consiglio federale e da parte sua che il sistema presenta dei difetti grossi, specialmente se si considera la sua proposta di un pool che condivide gli alti rischi. Dunque ad un certo punto c’è stata la constatazione che le proposte dei fautori dell’iniziativa fossero buone. 

Come avverrà la transizione?

Noi pensiamo che esistano dei mezzi molto moderati e pragmatici di messa in opera possibile. A titolo personale, io vorrei che almeno durante la transizione si facesse ciò che è prioritario: un modello tipo cassa di compensazione. Un’agenzia per cantone raccoglie l’insieme dei premi e assicura il finanziamento dei costi complessivi. L’assicurazione contro la disoccupazione è organizzata in questo modo. Questo è decisivo e risolve il problema della non trasparenza e della fluttuazione massiccia dei premi. 

Che risparmi porterebbe una cassa pubblica ?
Il passaggio ad un’unica cassa porterebbe dei risparmi milionari nel funzionamento e nell’efficienza. Non ci sarebbero più costi di marketing, di pubblicità, di vendita. Alcuni direttori dovrebbero cercarsi un altro lavoro. Sparirebbe il lavoro legato al trasferimento da 500’000 a un milione di persone all’anno.

Però ci sarebbero anche dei licenziamenti ?

Verrebbero cancellati degli impieghi ma ne potranno essere creati degli altri. Si potrebbe immagazzinare questo risparmio d’efficienza o destinarlo alle prestazioni utili, e qui penso soprattutto a tutto quello che è legato alla prevenzione. E poi ci sono anche i mestieri di comunicazione con dei messaggi a far passare su larga scala. Una cassa che in un cantone ha tutti i rischi da coprire, dall’infanzia alla morte, sa che indipendentemente dal suo comportamento di assicuratore deve pagare i costi della malattia a tutta questa popolazione; da allora, la cassa è stimolata a investire sulla prevenzione e sul coordinamento dell’assistenza. 

Se l’iniziativa verrà accettata, cosa succederà con le riserve delle assicurazioni ?
I sei miliardi di franchi di riserva saranno immediatamente versati nella cassa nazionale e in seguito attribuiti ad ogni agenzia. Questa somma non appartiene agli assicuratori ma agli assicurati. Siccome 1 o 2 miliardi di riserve bastano, ci sono almeno 4 miliardi a disposizione del sistema per gestire per esempio una parte della transizione. Se ne può investire una parte e utilizzare i profitti per alleggerire il peso dei premi e per fare delle campagne di prevenzione.

La cassa pubblica dunque permetterebbe di porre l’accento sulla prevenzione?
L’OCSE, che ha analizzato il sistema sanitario svizzero, ha stimato che il grosso dei risparmi d’efficienza poteva essere ottenuto attraverso una migliore prevenzione. Noi siamo uno dei paesi dove la prevenzione è meno sviluppata. Nel sistema svizzero dell’assicurazione malattia, nessun assicuratore ha interesse a finanziare la prevenzione con dei contratti di 12 mesi con gli assicurati. Sul diabete, l’alzheimer, il cancro, gli assicuratori dovrebbero battersi per organizzare dei sistemi di finanziamento che stimolano i medici a mettersi in rete, a scambiarsi le informazioni. Ma non si è mai visto degli assicuratori fare delle pubblicità per attirare dei casi gravi. Anzi, sulle pubblicità si vede sempre gente sorridente e in buona salute.

La campagna 2007 è stata contrassegnata da una battaglia sui numeri. Cosa succederà a questo giro?

Il Consigliere federale Couchepin nel gennaio 2007, quando i premi in genere si annunciano in autunno, ha affermato che i premi del 2008 sarebbero aumentati soltanto del 2%. Ma poi cos’è successo? Sono stati fissati dei premi artificialmente bassi per il 2008. I conti sono stati chiusi nella primavera del 2009, con un grosso deficit. Il che ha poi condotto ad un aumento di oltre il 10% nel 2010.

Quest’anno dobbiamo aspettarci la stessa operazione?

Tutto sembrerebbe indicare di sì. C’è da temere che gli assicuratori saranno tentati, prima della votazione, di fissare i premi 2015 artificialmente bassi per coprire i costi reali della sanità. La moderazione dei premi 2015 si farà di nuovo a scapito dei premi del 2017. Se l’iniziativa dovesse fallire, si rivivrà nuovamente le difficoltà di questo sistema. Bisogna sperare che la fregatura non funzioni due volte.  

Quale dovrebbe essere il rialzo nel 2015 ?

Numerosi assicuratori dovrebbero avere un aumento a due cifre dei premi per il 2015. Ecco perché c’è stato un lobbying intenso affinché si votasse l’iniziativa a settembre e non a novembre. Per evitare questa impennata a due cifre, gli assicuratori chiederanno all’Ufficio federale della sanità pubblica  (UFSP) di accettare che essi dissolvano delle riserve per finanziare i deficit, il che permetterebbe di presentare dei premi fintamente bassi. Santésuisse, la madre di tutte le assicurazioni, a inizio luglio ha dovuto annunciare un probabile aumento dei premi malattia del 4,5%, il che non è niente dal momento che è sì due volte più elevato che negli ultimi tre anni, ma molto più basso dell’aumento reale e impopolare a due cifre che alcuni assicuratori dovrebbero annunciare. 

Qual’è il Suo pronostico sul risultato della votazione…..è ottimista?

Se gli assicuratori annunceranno, per il 2015, i veri premi con i veri aumenti conosciuti al momento del voto, la sanzione verrà pagata alle urne. Una delle grandi poste in gioco della campagna è di esigere la trasparenza sul processo di fissazione dei premi 2015, altrimenti è soltanto un’impresa di confusione e di dissimulazione non degna di una democrazia. L’annuncio del Consigliere federale Berset che noi conosceremo l’aumento dei premi soltanto il venerdì prima della votazione non è, in questo senso, accettabile.

 

Intervista: Yves Sancey

Pierre-Yves Maillard dirige il Dipartimento della sanità e della Socialità dal 10 dicembre 2004.

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