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Gli editori rifiutano un accordo con i giornalisti: syndicom rivendica un contratto collettivo degno di questo nome per tutta la Svizzera

Stampa Svizzera, l’associazione «Schweizer Medien» ha deciso ieri durante la sua assemblea generale di rifiutare un accordo sulle condizioni minime di lavoro dei giornalisti e delle giornaliste per la Svizzera tedesca e il Ticino. Atteggiamento quantomeno rivoltante secondo syndicom, anche se l’accordo era stato elaborato escludendoci e togliendo uno degli elementi fondamentali rispetto al vecchio CCL quale la scala dei minimi salariali.


Per 90 anni, dal 1918 al 2004, i giornalisti svizzeri hanno avuto un contratto collettivo che definiva le loro condizioni di lavoro e i loro salari. Facevano inoltre parte dell’accordo le regole da applicare ai freelance. Nel 2003, gli editori disdirono il contratto annunciando che non ci sarebbe più stato un CCL per la categoria. A partire da quel momento i salari reali dei giornalisti hanno continuato a calare e gli onorari dei freelance a precipitare, le redazioni messe sotto scacco dalle misure di risparmio degli editori, i giornalisti più quotati hanno abbandonato la professione. Gli editori dal canto loro si ostinano a non voler discutere con i partner sociali del futuro dei media oramai profondamente in crisi.


È dunque venuto il momento per i giornalisti e le  giornaliste della Svizzera tedesca e del Ticino di battersi per un nuovo CCL, come stanno facendo i colleghi nella Svizzera francese, ad esempio nella giornata d’azione del 29 agosto scorso a Losanna.


Il comitato nazionale dei giornalisti e delle giornaliste di syndicom sollecita dunque gli editori a voler riprendere le trattative con i partner sociali.


syndicom vuole impegnarsi al massimo, ci si augura con un costruttivo appoggio di impressum, per ottenere un CCL degno di questo nome.  Un accordo che deve valere per tutta la stampa scritta e online della Svizzera e che garantisca dei salari degni. Di fronte alla concentrazione e alla monopolizzazione sempre più forte in atto nelle testate diventa urgente avere un regolamento chiaro sulle condizioni di lavoro e sui salari in Svizzera tedesca, romanda e in Ticino.

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