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Investire nel futuro

Purtroppo i servizi sociosanitari e scolastici sono sotto pressione a causa delle liberalizzazioni e di politiche finanziarie sbagliate. È ora di cambiare rotta. Lo possiamo fare con la votazione del 5 giugno. 

Nella sanità la logica mercantile, introdotta da Berna, penalizza sempre più i pazienti e i cittadini chiamati alla cassa: gli effetti sono tangibili da quando, nel 2011, è entrata in vigore la concorrenza tra istituti sanitari (art. 25a della legge federale sull’assicurazione malattie) e da quando, nel 2012, si applica il pagamento delle cure stazionarie in base al forfait per caso stabilito dallo Swiss DRG (art. 49 della citata legge). Nell’assistenza/cura a domicilio e nel settore ospedaliero la concorrenza è sempre più sfrenata e solamente contratti collettivi di lavoro forti e la vigilanza dei sindacati, che fanno emergere i problemi, sono in grado di combattere il peggioramento delle condizioni di lavoro per il personale sociosanitario. Dove questi contratti collettivi di lavoro mancano – asili nido, parte dei servizi di assistenza e cura a domicilio – e dove i sindacati sono tenuti fuori dalla porta, i problemi non possono essere affrontati e la situazione diventa talora negativa anche dal profilo della qualità per gli utenti. La recente pianificazione ospedaliera cantonale, che penalizza le regioni periferiche, e la modifica della legge sull’Ente ospedaliero cantonale in votazione il 5 giugno rientrano purtroppo in questa pericolosa logica privatistica e mercantile.

La strada deve essere diversa: investire nei servizi sociosanitari e pianificarli per tempo sulla base della previsione dei bisogni di una società che evolve (invecchiamento, cambiamenti delle famiglie, crescente stress lavorativo, esclusione sociale ecc.).

Nella scuola la bella manifestazione di allievi e docenti dello scorso 23 marzo ha sottolineato giustamente l’importanza di investire nella scuola. Il Ticino è in ritardo rispetto agli altri Cantoni. Dato che un Paese avanzato punta sul sapere e sull’innovazione, occorre saper voltare pagina e decidere di investire nel futuro dei nostri giovani. Rinunciare per motivi finanziari contingenti al rafforzamento della formazione non è saggio, né dal profilo economico, né da quello sociale, né tanto meno da quello culturale. Una prima occasione per dare un segnale di cambiamento si presenterà ai Ticinesi il prossimo 5 giugno, votando a favore dell’iniziativa popolare “Rafforziamo la scuola media – per il futuro dei nostri giovani”, che vuole ridurre il numero massimo di allievi per classe e potenziare mense, doposcuola, biblioteche e orientamento scolastico e professionale per gli allievi.

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