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Io non ci sto!

Commento


Recentemente il Consiglio nazionale ha dibattuto la riforma della Previdenza per la vecchiaia 2020 e ha preso importanti decisioni. Ma il risultato è un vero e proprio disastro! UDC, PLR e verdi liberali hanno fatto un gran lavoro per mettere insieme una riforma assolutamente priva del principio di solidarietà e neppure in grado di ottenere la maggioranza. Gli effetti saranno avvertiti in modo molto forte soprattutto dalle persone con redditi medio bassi nonché dai giovani e dalle donne.

L’età pensionabile pari a 67 anni per tutti prevede un automatismo e questo non è accettabile! I lavoratori che svolgono un’attività professionale altamente usurante devono poter andare in pensione prima senza subire pesanti tagli alle loro pensioni. Innalzare rapidamente l’età pensionabile per le donne da 62 a 65 anni senza aver raggiunto la parità salariale – ovvero un salario uguale per un lavoro di pari valore – è un passo immaturo e scorretto: in questo modo la riforma costerebbe alle donne 1,2 miliardi di franchi. Inoltre mancano i posti di lavoro. Le donne incontrano già oggi diverse difficoltà sul mercato del lavoro che non diminuiranno certo a partire dai 60 anni. Le donne sono per di più svantaggiate per la cassa pensioni rispetto agli uomini poiché lavorano spesso a tempo parziale, nella maggior parte dei casi devono occuparsi dei figli o dei familiari e svolgere una buona parte dei lavori domestici.

Per la cassa pensioni il Consiglio degli Stati aveva supportato il modello più conveniente con il miglior rapporto prezzo-prestazione, il Consiglio nazionale favorisce invece il modello peggiore senza supplemento AVS di 70 franchi. I contributi per la previdenza professionale salirebbero presto in modo esponenziale: in caso di un salario annuo di 70mila franchi i contributi salariali aumenterebbero di 1.500 franchi l’anno. Per le nuove famiglie e i giovani la cassa pensioni costituisce già ora un importo non trascurabile e in futuro dovranno versare ancora di più.

Il Consiglio degli Stati è ora chiamato a dibattere. Dovrà garantire che si arrivi a una riforma accettabile per una vecchiaia dignitosa. Il modello non è altrimenti accettabile.

Patrizia Mordini, responsabile delle pari opportunità

e membro del comitato direttivo

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