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Istantanee dell’altra Europa

A Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, per mesi hanno vissuto migliaia di migranti, in un enorme campo profughi improvvisato. Il film-maker e fotografo Ricardo Torres ha colto le impressioni di chi lo ha visitato, pochi giorni prima del suo sgombero.

 

Alle porte d’Europa circa 60.000 persone sono costrette a vivere in campi profughi improvvisati o governativi, in condizioni disumane, come è avvenuto a Idomeni, luogo-simbolo della migrazione. Contemporaneamente, l’altra Europa, quella che alla paura e all’indifferenza non ci sta, risponde con solidarietà alla più grande crisi umanitaria della storia recente. Vorrei parlare di quelle persone che non stanno a guardare le notizie e si recano sui campi, individualmente o con piccole ONG. Portano con sé un raro carico d’umanità e un po’ di sollievo in mezzo all’inferno delle vite sospese nel limbo della storia.

«La gente dice che portare cibo o acqua è importante, ma che noi stiamo portando la vita», mi racconta Pav, che gira in autostop tra i campi con il suo collettivo di clown Contaminando Sonrisas. Il primo giorno li ho visti travolti dalla euforia di un grappolo di bambini appesi al collo che gli strappavano il naso rosso.

C’è chi prende vacanze e chi è in disoccupazione nel proprio paese. Non è un caso che la maggior parte dei volontari arrivi dalla Spagna e dall’Italia. Zoe, impegnata al baby hamman, dove assieme alle madri ci si prende cura dell’igiene dei bimbi più piccoli, conferma: «Nel mio paese non c’è lavoro, allora devo starmene a casa a girarmi i pollici?».

Giada e Alessandra hanno creato il Beauty Center, un rifugio di cura fisica e spirituale per le donne. Mariangela, Valentina, Camilla, Isabella e Silvia, hanno scelto di impegnarsi con MAM Beyond Borders e si occupano dell’accompagnamento alle madri e ai neonati. Gli spagnoli Bomberos en acción sono un vero e proprio esercito della pace, sempre pronti a costruire da zero o riparare ciò che è rotto, anche la fiducia nell’umanità. C’è una scuola, una radio live, una gigantesca cucina che prepara circa 7’000 pasti al giorno. Tutti si appoggiano a reti di solidarietà nei propri paesi, che arrivano addirittura a coprire l’affitto di appartamenti per le famiglie in situazioni più vulnerabili.

Carlos, fotografo spagnolo di 38 anni riassume il sentimento delle centinaia di volontari europei: «La storia si sta scrivendo qui e ora, e quel poco che posso fare lo farò. Voglio poter guardare i miei nipoti negli occhi e dir loro che ho fatto quanto ho potuto per evitare questa vergogna».

Immagini: Torres / Rec

*Fotografo, socio syndicom

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