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L'informazione come bene pubblico

Il 3 maggio, Giornata mondiale della libertà di stampa, ci ricorda che la stampa è sempre meno il cane da guardia del potere. Una ricerca universitaria e un incontro online fanno il punto della situazione in Svizzera, sul giornalismo investigativo e sul valore dei media.

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L’informazione come bene pubblico, fondamentale per il buon funzionamento della democrazia. Quindi da tutelare, da sostenere in tempi difficili, contro il dilagare delle fake news. Questi i temi della conferenza voluta dall’ONU, intitolata appunto «Information as a public Good», che si terrà a Windhoek, il 3 maggio. Il luogo è altamente simbolico, perché fu la proprio nella capitale della Namibia che nel 1991 venne firmata una dichiarazione per la difesa della libertà di stampa, del pluralismo e dell’indipendenza dei media. Due anni dopo, lo stesso giorno venne istituita la Giornata mondiale della libertà di stampa.

Per l’occasione, la Federazione internazionale dei giornalisti (FIJ) ha pubblicato il rapporto sulla situazione dei media in Europa, che si è fortemente deteriorata nel 2020. Negli ultimi sei anni, sono stati uccisi 31 giornalisti e sono aumentati gli atti di violenza fisica, in Russia e Bielorussia, ma anche in Italia e Francia. E pure nel nostro paese è sempre più difficile fare giornalismo d’inchiesta, come dimostra la ricerca di Gilles Labarthe «Mener l’enquête»: insomma, i media sono sempre di meno il cane da guardia della democrazia.

Del valore del giornalismo in Svizzera si parlerà anche l’11 maggio, dalle 17.30, nella conferenza online organizzata da syndicom con Linard Udris, del dipartimento di Communication and Media Research dell’Università di Zurigo e collaboratore dell’istituto di ricerca fög.

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