Chiusure alla Posta, presidio a Bellinzona
Sindacati, partiti politici, associazioni, semplici cittadini e clienti della Posta: tutti a chiedere alla politica di fermare le chiusure degli uffici postali.
Non solo syndicom, ma anche USS, UNIA, VPOD, i partiti MPS, PS Ticino, Verdi del Ticino e Associazione per la difesa del servizio pubblico. Assieme a loro, cittadini di Bellinzona, clienti della Posta e semplici curiosi.
Il presidio perdenunciare la chiusura degli uffici postali in zone popolose della capitale ticinese si è tenuto simbolicamente al Museo Villa dei Cedri, nel corso dell’inaugurazione di una mostra sulle opere d’arte collezionate dalla Posta.
“Questo evento - afferma Marco Forte, segretario syndicom Ticino e Moesano - cade proprio nello stesso periodo in cui La Posta annuncia pesanti tagli al servizio pubblico proprio nella città di Bellinzona. Il servizio pubblico deve essere accessibile a tutti, anche a costo di non essere redditizio”.
Mantenere alta la pressione, opporsi e guadagnare tempo
Lo stop da parte della camera bassa durante la sessione autunnale del Parlamento non ha fermato le proteste della popolazione, soprattutto dopo che alcune indiscrezioni giornalistiche hanno lasciato trapelare la lista degli uffici minacciati da chiusura in Ticino. È importante mantenere alta la pressione nei confronti della politica, a tutti i livelli, federale e locale. syndicom ha invitato tutti i Municipi che dispongono ancora di un ufficio postale a opporsi alle chiusure presentando un ricorso a PostCom, la Commissione federale delle poste. Questo raramente riesce a fermare la chiusura, ma rallenta il processo. “Guadagnare tempo - spiega Forte - significa evitare licenziamenti attraverso il naturale ricambio del personale e favorendo prepensionamenti”. Ed è sempre attiva la petizione contro le chiusure: firma qui!.