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Quattro collaboratori del Caffè licenziati. syndicom: così si decreta la morte del giornalismo d’inchiesta!

«La disastrosa situazione finanziaria del Caffè ha reso necessarie delle misure estreme al fine di garantirne la vita a medio termine». Inizia così la lettera recapitata nei giorni scorsi ad alcuni colleghi del Caffè che si sono visti interrompere il rapporto di lavoro e/o ridurre la percentuale lavorativa. Gli editori del Caffè hanno dunque deciso di licenziare quattro collaboratori e di ridimensionare drasticamente contenuti e pagine del giornale.

© il Caffè

Questa brutta notizia coincide purtroppo con la controversa vicenda dei quattro decreti d’accusa nei confronti dei giornalisti del Caffè e con l’inevitabile impatto intimidatorio che avrà su tutti i media del nostro piccolo Cantone. In questo contesto preoccupa inoltre il contorto comunicato stampa della clinica, inviato a tutte le redazioni ticinesi, che parla apertamente di diffamazione intenzionale. La clinica afferma che «le procedure penali si debbano fare nelle aule giudiziarie e non sui media» e allo stesso tempo si auto-assolve con un comunicato stampa sentenziando che «le decisioni del PP riconoscono indirettamente alla Clinica e al suo personale di aver agito e di agire tuttora nel rispetto delle regole» (pur non avendo risposto alle interrogazioni poste dai giornalisti). Un’evidente contraddizione.

Se da una parte resta viva la speranza che non venga messo definitivamente il bavaglio alla libertà di stampa con una condanna per concorrenza sleale, dall’altra viene decretata di fatto la morte dell’inchiesta giornalistica per una questione economico finanziaria.

L’inesorabile destino delle piccole redazioni, che non trovano più le risorse necessarie per sopravvivere, decreta di fatto la riduzione della pluralità d’informazione. E questo mette fortemente a rischio il nostro sistema democratico. In un contesto simile riescono infatti a sopravvivere soltanto i grandi gruppi editoriali che stanno disegnando nuovi scenari nel controllo politico dell’informazione.<br /><br />Pluralità d’informazione e «scomodo» giornalismo d’inchiesta hanno quindi il destino segnato.

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