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Stronchiamo questi sviluppi sul nascere!

Venti anni fa, mediante la riforma postale I e II, in Germania sono state gettate le basi per la precarietà nella Deutsche Post. Nell’articolo accanto viene messo bene in evidenza dove condurrà la strada di una Deutsche Post totalmente privatizzata. Anche in futuro – grazie al sindacato ver.di – ci sarà una tutela per i 140.000 impiegati postali tedeschi, questo è fuori discussione. Ma per ottenere questo, è stata inghiottita una pillola molto amara: l’istituzione – con relativo outsourcing delle consegne – di 49 (!) imprese controllate dalla DHL con condizioni di lavoro notevolmente peggiori.

 

Non sta a noi criticare la strategia di ver.di, qui dalla Svizzera. Siamo troppo lontani da questa faccenda. Ma la domanda che sorge comunque spontanea è: sarà questo il futuro dei mercati postali liberalizzati? E continuando: possiamo noi qui evitare un’evoluzione del genere?

 

Dal mio punto di vista, la risposta è due volte affermativa. Sì, il futuro dei mercati postali in Europa sembra proprio essere questo. E sì, noi qui in Svizzera abbiamo ancora la possibilità di impedire tutto questo! Nel lavoro politico sulla legislazione postale siamo riusciti ad evitare la creazione di imprese affiliate non controllabili e la conseguente esternalizzazione del servizio universale. La Posta Svizzera SA è mandataria della missione del servizio pubblico e l’affiliata Posta CH SA esegue questo mandato. La questione è regolata in maniera chiara e vincolante.

Contemporaneamente syndicom non fa errori strategici e cerca di regolare i rami precari dei mercati po-stali attraverso la firma di contratti collettivi di lavoro. Come esempio qui possiamo apportare il CCL settoriale CEP&Mail, che entrerà in vigore nel corso del 2016.

 

Ma sarebbe del tutto sbagliato e fatale adagiarci sugli allori. Dobbiamo fare di tutto per regolare le condizioni d’impiego nelle consegne mattutine e nei recapiti di prodotti stampati e per migliorarle, anche a piccoli passi. Soltanto così eviteremo in Svizzera gli stessi sviluppi conosciuti ora in Germania.

 

Ancora questo anno (settembre) uscirà il rapporto di valutazione del DATEC sul mercato postale. Esso rappresenterà la base per i futuri dibattiti in Svizzera. Di lì si vedrà dove la politica vuole condurre i mercati postali. Allo stesso tempo per noi sindacati sarà una prova del nove: saremo abbastanza forti da evitare sviluppi sbagliati come in Germania?

Io sono convintissimo che ce la faremo. E per questo ribadisco, in tutta chiarezza: interveniamo fin d’ora, e non stiamo lì a guardare.

 

Fritz Gurtner, responsabile settore Logistica

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