Dieci sfide

Dieci sfide per l’Unione Sindacale Svizzera

Presto l’Unione Sindacale Svizzera (USS) avrà una nuova (un nuovo?) presidente. Quali saranno le principali sfide? L’abbiamo chiesto al presidente uscente, Paul Rechsteiner.

Quando si tratta di delineare le grandi sfide che attendono i sindacati nei prossimi anni, torna alla ribalta la questione della redistribuzione dei salari.

1. Aumenti salariali per gli stipendi medio-bassi

E questo comincia dagli stipendi. Nel passato decennio si è riusciti a evitare i peggioramenti in un contesto difficile caratterizzato dalla forte sopravvalutazione del franco svizzero. Ma adesso serve una nuova offensiva per aumentare i salari bassi e medi. Questi aumenti sono giustificati dal forte incremento della produttività, dal rincaro che ritorna e anche dalla necessità di recuperare gli anni passati. Condurre delle campagne salariali offensive sono un presupposto importante per raccogliere successi materiali concreti.

2. Salari minimi

E questo comincia dagli stipendi. Nel passato decennio si è riusciti a evitare i peggioramenti in un contesto difficile caratterizzato dalla forte sopravvalutazione del franco svizzero. Ma adesso serve una nuova offensiva per aumentare i salari bassi e medi. Questi aumenti sono giustificati dal forte incremento della produttività, dal rincaro che ritorna e anche dalla necessità di recuperare gli anni passati. Condurre delle campagne salariali offensive sono un presupposto importante per raccogliere successi materiali concreti.

3. Rafforzare le misure di accompagnamento

La questione salariale è tornata d’attualità anche a causa dell’indebolimento delle misure accompagnatorie - che tutelano i salari - chiesto dalla commissione UE con la complicità dei consiglieri nazionali liberali. I sindacati sono la forza decisiva nella difesa degli stipendi contro il dumping salariale. La difesa e il rafforzamento delle misure di accompagnamento è e rimarrà un punto politico-salariale cruciale. Come anche in passato, una forte protezione dei salari è la base per un successo e un ulteriore sviluppo dei contratti bilaterali.

4. Migliorare i CCL e l’obbligatorietà generale

Serve proprio un rafforzamento generale dei Contratti Collettivi di Lavoro. Perché dove esistono dei CCL, migliorano le condizioni di lavoro. Ancor più se ottengono l’obbligatorietà generale, dove vanno comunque migliorate le regole. Dei buoni contratti collettivi aiutano anche a superare nuove sfide come quella della digitalizzazione.

5. Aumentare le pensioni rafforzando l’AVS

La questione della redistribuzione riguarda anche la tutela garantita dallo stato sociale. Il contrasto più grande sullo stato sociale nei prossimi anni avverrà sulla previdenza vecchiaia. Considerando la grossa difficoltà degli ultimi decenni, possiamo dire che i sindacati hanno difeso l’AVS con grande successo.

Ma siccome le rendite delle casse pensioni peggiorano sempre di più, senza che la politica possa intervenire, il compito epocale rimane quello di reintrodurre un miglioramento delle pensioni attraverso l’AVS. Gli oltre 40% di voti a favore dell’iniziativa popolare AVSplus – ha votato a favore tutta la Svizzera latina – e gli oltre 47% di Sì alla Previdenza vecchiaia 2020 dimostrano che vincere è più facile di quello che si pensa.

Ancora più facile se si pensa che tanti pensionati e pensionate hanno votato contro la Previdenza vecchiaia 2020 perché non avrebbero ricevuto nessun aumento. Nella battaglia per delle pensioni migliori sarà decisivo se verrà approvato nel maggio 2019 il finanziamento supplementare per l’AVS. Se infatti l’AVS è in attivo, i suoi nemici fanno più fatica a evocare scenari da panico riguardo alle sue finanze.

6. Contenere i premi delle casse malati e colmare il buco dell’assicurazione indennità giornaliera di malattia

Fanno parte del capitolo sulla sicurezza sociale anche i premi per le casse malati che vanno assolutamente contenuti affinché non pesino più così tanto sulle famiglie con redditi medio-bassi.

A tutt’oggi, l’assicurazione indennità giornaliera di malattia costituisce la maggior lacuna nelle assicurazioni sociali che andrebbe dunque urgentemente colmata.

7. Accorciare la durata del lavoro, non prolungarla

Una delle grandi sfide dei prossimi anni riguarderà la durata del lavoro. Come non mai il Parlamento sta attaccando le norme protettive della legge sul lavoro. Questi attacchi vengono giustificati col fatto che la legge sul lavoro parrebbe superata se si considera la trasformazione tecnologica (parola chiave «digitalizzazione ») e le nuove forme lavorative. In verità, la tutela attraverso la normativa minima della legge sul lavoro è diventata non meno, ma ancor più importante, se si pensa all’enorme intensificazione e pericolo dello sconfinamento del lavoro.

Non si tratta solo di proteggere la salute. Limitare la durata del lavoro serve anche per non far prestare sempre più lavoro gratuito ai lavoratori. Se recepita in maniera corretta, la registrazione del tempo di lavoro nell’era digitale non è più complicata, bensì più facile. Una delle sfide dei prossimi anni sarà capire e decidere in quale direzione spingere le nuove rivendicazioni. Orari di lavoro settimanali più corti? Più vacanze? Fatto sta che sarebbe ora di fare dei passi avanti per la grande maggioranza dai redditi medio-bassi e non solo riguardo al salario, ma anche alla durata del lavoro.

8. Migliorare la protezione contro il licenziamento

Nel diritto del lavoro si tratta di rompere il tabù dei miglioramenti richiesti da tempo in merito alla tutela contro il licenziamento. È vero che la giurisprudenza dei tribunali negli ultimi anni si è sviluppata in diversi ambiti. Per esempio nei licenziamenti di lavoratori e lavoratrici di lunga data. Ma senza migliorare la legge, la portata di questi progressi rimarrà limitata. L’Organizzazione internazionale del lavoro ha ribadito varie volte che la Svizzera è indietro su questo punto. Sfruttiamo il fatto che questa importante istituzione in Svizzera l’anno prossimo festeggerà i suoi 100 anni per fare di nuovo qualche passo avanti.

9. Rafforzare un servizio pubblico che sia alla portata di tutti

Un’altra rivendicazione politico-sindacale importante è il rafforzamento del servizio pubblico. Questo comincia dalla formazione, dalla sanità e continua fino ad arrivare alle ferrovie e alla Posta. Va garantito un servizio pubblico che sia accessibile a tutti, un forte Stato dei servizi che rappresenta la colonna vertebrale di una società democratica.

10. Formazione e cultura per tutti

La formazione e la cultura devono essere aperte e garantite a tutti. Da questo dipenderà anche il futuro della società. Vogliamo una società senza emarginazione, dove tutti abbiano delle prospettive, indipendentemente dalla provenienza sociale.


Paul Rechsteiner, presidente USS 1998 - 2018

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