Rifondare l'AVS

Rifondare l’AVS, lontano dalle speculazioni

Cosa intende fare syndicom contro il rischio della povertà in vecchiaia? Da due anni sale la quota di povertà in Svizzera e colpite sono le classi di reddito medie e dei più anziani. Non può essere che in futuro la povertà sia lasciata in mano al sussidio sociale.

Da anni i conservatori sparlano dell’AVS. Fosse per i neoliberali andrebbe addirittura abolita. Ma solo un’AVS rafforzata ci garantirà una vecchiaia dignitosa.

 Le pensioni AVS vanno aumentate subito del 10%. Questo chiedono i colleghi e le colleghe syndicom della sezione Arc Jurassien. Va rifiutato ogni innalzamento dell’età pensionabile, sia per gli uomini che per le donne. E ancora, la rivendicazione centrale della risoluzione di La Chaux-de-Fonds: le eccedenze miliardarie dello Stato vanno impiegate per finanziare l’AVS.

 La proposta dal Giura dimostra l’importanza sociale che riveste la previdenza vecchiaia. Senza la promessa che dopo una vita passata a lavorare non si cada in povertà, in Svizzera non esisterebbe né il partenariato sociale né la pace sociale. L’AVS è figlia dello sciopero generale del 1918, anche se la sua nascita risale soltanto a dopo la Seconda Guerra mondiale, come quasi per tutte le assicurazioni sociali della maggior parte dei paesi capitalistici. Essa favorisce una compensazione sociale. Negli Anni Settanta è stata integrata con il 2° e 3° pilastro che ha coinciso con il suo indebolimento.

 Da allora è sotto continuo attacco delle parti conservatrici le quali vorrebbero utilizzare le percentuali salariali della previdenza vecchiaia solo per la speculazione, come accade per gli altri due pilastri. Con referendum, iniziative e lotte parlamentari i sindacati sono riusciti a impedire la demolizione di questa previdenza vecchiaia sicura. Per ultimo, con l’accordo della riforma dell’imposizione delle imprese-AVS. I sindacati stanno conducendo dibattiti molto controversi al loro interno.

Parità salariale, pioggia di miliardi

Le continue voci su una presunta insicurezza dell’AVS sono un’importante causa delle paure esistenziali dei cittadini e dell’ascesa della ultradestra UDC. Quando invece questa assicurazione sociale di base gode di ottima salute, grazie anche ai molti lavoratori UE che oggi pagano di più di quanto percepiranno un domani.

I sindacati sono riusciti a eliminare dall’AVS anche quasi tutte le penalità che subivano le donne. Se si riuscisse a imporre finalmente la parità salariale, l’AVS godrebbe di una pioggia miliardaria.

Qualunque sarà l’esito della votazione sul pacchetto fiscale-AVS, dovremmo comunque lottare per rafforzare ulteriormente l’AVS. Il 2° pilastro è utile soprattutto ai redditi più alti, mentre il 60 % dei lavoratori per la loro esistenza dipendono dall’AVS. Dunque si tratterà di trasferire nella sicura AVS almeno una parte del capitale del 2° pilastro speculativo.

Probabilmente la trasformazione digitale renderà indispensabile una rinascita dell’AVS, perché distrugge lavoro vivo, produce rapporti di lavoro precari (lavoro sulle piattaforme, falsa indipendenza, eccetera) e preme sui salari.

Diversi modelli a confronto

I sindacati sono divisi su come dovrebbe avvenire questa rinascita. Un modello prevede d’introdurre una tassa sui macchinari. Altri reputano questo approccio sbagliato e propongono di finanziare l’AVS anche con una tassa sulle transazioni finanziarie – uno 0,1 percento basterebbe e avanzerebbe. Un altro modello ancora vorrebbe mettere fine al dibattito sull’innalzamento dell’età AVS e creare più giustizia. Ma in che modo? 43 anni di lavoro danno diritto a una pensione piena. Ma per chi svolge un lavoro pesante un anno di lavoro potrebbe contare di più, per esempio con il fattore 1,2 (principio SUVA). Chi svolge lavori duri o pericolosi con un’aspettativa di vita minore potrebbe così finire di lavorare prima.

Il principio della solidarietà

Chissà, forse alla fine comunque prevarrà un’altra soluzione. Qualunque essa sia, dovrà comunque soddisfare un principio irremovibile: la nostra previdenza vecchiaia deve basarsi sul principio della solidarietà e non certo su oscillanti mercati azionari. Essere garantiti contro la povertà anche nella vecchiaia non è una gentile concessione, bensì un diritto.   Oliver Fahrni

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