A fine settembre, il personale del centro stampa di Bussigny aveva manifestato per protestare contro la chiusura annunciata di questo impianto inaugurato nel 1989. Le sue proposte per salvare il sito non erano state accolte. @ATS Salvatore Di Nolfi

Si è conclusa in sordina una storia di 36 anni, nell’ora in cui la maggior parte delle persone dorme. Nella notte tra il 14 e il 15 marzo, le rotative di Bussigny hanno stampato i loro ultimi giornali prima di spegnersi per sempre. La scadenza era nota già dallo scorso agosto, quando Tamedia, l’editore zurighese, aveva annunciato la chiusura delle sue tipografie di Bussigny e Zurigo, mantenendo solo quella di Berna.

Scompare così l’ultima grande tipografia della Svizzera romanda. Molti dei giornali e delle riviste letti in Romandia sono stati prodotti qui, tra cui 24 heures, la Tribune de Genève, il Matin ormai scomparso, Le Matin Dimanche, 20 minutes, Le Temps, Coop, Lausanne-Cités, il Journal de Morges, Bilan o Femina, solo per citare i principali.

Parte delle rotative è già stata smontata, e la più grande lo sarà a partire dal mese di aprile. «Un acquirente svizzero recupera l’insieme delle macchine per valorizzarle», ci spiega per iscritto il servizio di comunicazione di Tamedia. Alcuni componenti o elementi compatibili saranno smontati e riutilizzati al DZB (il centro stampa di Berna, ndr) o immagazzinati per servire come pezzi di ricambio. Per quanto concerne i locali, saranno affittati a terzi.

Ristrutturazioni a ripetizione

Queste rotative stavano giungendo alla fine del loro ciclo di vita. Ma quando fu inaugurato nel 1989, in presenza del presidente della Confederazione Jean-Pascal Delamuraz, il centro stampa di Bussigny era all’avanguardia della modernità. Negli anni Novanta, vi lavoravano oltre 500 persone. Poi, il personale si è ridotto drasticamente a causa delle ristrutturazioni, in particolare dopo l’acquisizione nel 2009 dei giornali e della tipografia di Edipresse da parte di Tamedia. Nel 2023, era stata licenziata quasi la metà dei 120 dipendenti rimanenti.

Ultimamente vi lavoravano ancora 55 persone nella tipografia e 14 nella logistica. Tra queste ultime, dieci resteranno a Bussigny per garantire la distribuzione nella Svizzera romanda dei giornali stampati a Berna. Secondo 24 heures, da agosto una manciata di dipendenti ha trovato lavoro altrove, due hanno accettato un posto alla tipografia di Berna e alcuni beneficiano di un pensionamento anticipato. Ma la maggioranza è rimasta senza lavoro…

«Il personale è rimasto molto scioccato dall’annuncio della chiusura e si è fortemente mobilitato», confida Joëlle Racine, segretaria sindacale dell’industria grafica presso syndicom che lo rappresentava. Le trattative per il piano sociale si sono concluse a dicembre.

«Grazie alla loro mobilitazione, i dipendenti sono riusciti a ottenere netti miglioramenti rispetto al piano sociale inizialmente proposto da Tamedia. Ma resta una situazione drammatica, perché avevamo dimostrato che la tipografia poteva essere redditizia.»

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