«Per molti, il giornalismo è una vocazione più che una professione»
Testo: Eva Hirschi
Foto: Lucas Seidler

La prima volta che ho avuto a che fare veramente con il sindacato è stata quando sono stata licenziata. All’epoca lavoravo come giornalista radiofonica presso Canal 3 a Bienne. Ero iscritta a syndicom da poco più di due anni, poco dopo aver concluso la scuola di giornalismo MAZ a Lucerna. Beatrice Müller di syndicom mi aveva chiamato chiedendomi se fossi interessata ad aderire al sindacato. Ho trovato il colloquio con lei molto piacevole e ho visto il senso di un’adesione. Quando poi sono stata licenziata da Canal 3, sono stata molto grata al sindacato, che mi ha potuto aiutare con i passaggi successivi dandomi supporto.
«I giornalisti sono restii a lottare per buone condizioni di lavoro.»
È ciò che vedo io. Da noi lo sfruttamento di se stessi è quasi dato per scontato. Spesso è normale impegnarsi con grande dedizione e passione, anche fino a tarda notte. Anche se so che è importante segnare le ore di straordinario, a volte non lo faccio. Questo perché mi sento privilegiata di poter svolgere questo lavoro – ogni giorno possiamo immergerci in un nuovo mondo, scoprire diverse realtà di vita e imparare cose nuove. Mi sembra che per molti colleghi il giornalismo sia più una vocazione che un lavoro.
Tuttavia, mi è chiaro che non si può continuare così. Il nostro lavoro ha un valore, soprattutto in una democrazia, dove la popolazione deve essere ben informata. Inizialmente, ho aderito al comitato della sezione di Bienne di syndicom. È stata un’esperienza molto interessante, perché lì si incontravano persone di diversi settori – posta, grafica, IT, telecomunicazioni, tipografia, giornalismo. Sebbene lavorassimo tutti nel settore dei media, mi sono subito resa conto quanto fossero diverse le nostre esigenze.
Nel 2018, sono passata al comitato del settore stampa e media elettronici, per concentrarmi su temi legati al giornalismo, e da alcuni anni ne ho assunto la presidenza. Da tempo si discute di un contratto collettivo di lavoro (CCL), che non esiste più nella Svizzera tedesca e in Ticino dal 2004. Dopo un periodo di stallo da parte dell’associazione degli editori, syndicom ha iniziato nel 2017 a negoziare un nuovo CCL. Questo dimostra quanto sia difficile raggiungere questo obiettivo. Mi chiedo continuamente perché non si riesca almeno ad accordarsi su condizioni minime.
Attualmente, però, mi occupo di un altro tema: dal 2024 lavoro come video giornalista presso la televisione regionale TeleBielingue. Lo scorso anno questa emittente ha perso la concessione federale. Ciò significa che annualmente mancheranno 3,6 milioni di franchi di fondi federali, che non possono essere semplicemente sostituiti con le entrate pubblicitarie. A ottenere la concessione per Bienne è stato invece il nuovo progetto televisivo Canal B, sebbene non abbia mai gestito una televisione bilingue. ⊳ Maggiori info nell’infobox «Incertezza sul futuro di TeleBielingue»
«Nessuno di noi se lo aspettava; è stato come uno schiaffo in faccia.»
La nostra direzione ha quindi presentato ricorso e la società civile ha consegnato una petizione con oltre 5500 firme al consigliere federale competente Albert Rösti per conservare l’emittente. Dopo un secondo verdetto negativo, la nostra direzione sta nuovamente facendo ricorso. Vuole lottare fine alla fine.
Si è attivata anche syndicom e ad aprile ha organizzato un incontro per i dipendenti, per raccogliere le preoccupazioni e sviluppare insieme idee per trovare delle soluzioni. Tuttavia, il futuro di TeleBielingue è ancora incerto. Ora, in collaborazione con syndicom, stiamo valutando la possibilità di creare una commissione del personale presso TeleBielingue, per garantire a lungo termine lo stretto contatto tra direzione e dipendenti – e, se necessario, per coinvolgere il sindacato in un piano sociale in caso di licenziamenti.
«Continuo a impegnarmi.»
Perché ritengo importante dimostrare che noi dipendenti siamo attivi e non lasciamo che tutto accada senza reagire.
Biografia di Barbara Roelli
Barbara Roelli, nata nel 1981, è cresciuta a Sursee (LU). Ha inizialmente concluso una formazione artistica nel settore del design tessile. In seguito, ha scoperto la sua passione per il giornalismo lavorando come assistente di redazione e stilista presso la rivista Annemarie Wildeisen’s Kochen. Dopo una formazione giornalistica, ha lavorato per due radio locali e come redattrice presso la centrale nazionale di informazioni sul traffico Viasuisse, prima di approdare all’emittente televisiva bilingue TeleBielingue.
Vive a Bienne. Nel tempo libero è cantante nella band Stroganoff e segue festival cinematografici, concerti e mostre.
Incertezza sul futuro di TeleBielingue
Il tira e molla per la concessione sul territorio di trasmissione di Bienne continua: anche in occasione di una seconda verifica, l’Ufficio federale delle comunicazioni giunge alla conclusione che la concessione del canale regionale bilingue TeleBielingue non sarà rinnovata, e che la concessione per gli anni 2025–2034 deve essere assegnata a Canal B. Le autorità hanno dovuto riesaminare il caso poiché il Tribunale amministrativo federale aveva parzialmente accolto il ricorso di TeleBielingue lo scorso dicembre: alcuni punti erano stati valutati in maniera errata e le due candidature erano considerate molto simili. Pertanto, il Dipartimento avrebbe dovuto effettuare una nuova valutazione.
Per TeleBielingue, questa seconda decisione negativa è «una provocazione», soprattutto rispetto alla realtà locale di Bienne, come scrive la direzione in un comunicato stampa. TeleBielingue è profondamente radicata con i suoi 25 anni di esperienza sul territorio di trasmissione. Canal B, invece, è un nuovo progetto televisivo del radiodiffusore regionale di Neuchâtel, Canal Alpha, che finora non aveva alcuna offerta televisiva a Bienne. Pur potendo trasmettere anche senza concessione, al canale verrebbero a mancare circa 3,6 milioni di franchi di finanziamenti federali. Sostituire questo buco con entrate pubblicitarie è irrealistico.
Rimane quindi incerto cosa succederà con il canale regionale. Gran parte dei politici locali e della popolazione ha firmato una petizione rivolta al consigliere federale competente Albert Rösti, chiedendo di mantenere il canale come parte della pluralità media locale. La direzione non si dà per vinta: ad aprile ha presentato un nuovo ricorso al Tribunale amministrativo federale. La decisione finale non è ancora stata presa.