Quando un’azienda francese di infrastrutture di rete riceve un mandato su un cantiere in Svizzera, deve annunciare l’arrivo dei suoi dipendenti almeno otto giorni prima dell’inizio dei lavori. In pratica, l’azienda compila un modulo sul sito della Segreteria di Stato della migrazione (SEM), che poi lo trasmette ai Cantoni interessati. Se, ad esempio, i cablatori francesi sono attesi su un cantiere a Neuchâtel, la SEM invia la richiesta ai servizi competenti del Cantone.

I servizi cantonali inoltrano poi i dossier che riguardano i contratto collettivo di lavoro (CCL) di obbligatorietà generale (i CCL estesi) alle commissioni paritetiche a livello nazionale o cantonale, affinché possano organizzare il controllo di questi lavori annunciati. Le attività che non rientrano in nessun campo di applicazione di un CCL esteso sono inviate alle commissioni tripartite del rispettivo Cantone (⊳ vedi riquadro «Due tipi di organi di controllo»).

Controlli, un lungo processo amministrativo

syndicom è membro di due commissioni paritetiche, poiché il sindacato è firmatario dei contratti collettivi di lavoro (CCL) per il settore dell’infrastruttura di rete e di quello dei call center.

Per Pascal Kaegi, responsabile all’interno di syndicom dell’organo incaricato dell’applicazione dei CCL estesi, il nostro federalismo rende molto complicata la selezione dei preavvisi.

«Poiché questi due CCL sono dichiarati di obbligatorietà generale per tutta la Svizzera, dai vari Cantoni riceviamo i preavvisi dei lavoratori distaccati (per le attività dell’infrastruttura di rete) e degli impieghi di breve durata nelle aziende svizzere (riguardanti l’infrastruttura di rete e i call center) in formati che sono diversi l’uno dall’altro.»

Il tempo amministrativo si aggiunge a quello necessario all’organizzazione dei controlli sui cantieri, una missione spesso più difficile nell’infrastruttura di rete rispetto ad altri settori.

«Il lavoro sui tralicci ad alta tensione o i lavori di tiraggio cavi non possono essere eseguiti con tutte le condizioni atmosferiche e vengono spesso rimandati all’ultimo momento».

Trovare una persona di contatto sul cantiere, in modo da fissare un luogo e un orario, è alquanto arduo. Lo stesso vale per il controllo dei lavori vicino alle linee ferroviarie, dove i controllori devono, per ragioni di sicurezza, prendere contatto preliminare con le persone responsabili del cantiere.

«Vi lascio immaginare il tempo a disposizione se il preavviso dovesse passare a quattro giorni».

Indebolire i controlli

Certo, teoricamente e tecnicamente – con software migliori, processi più efficienti, una coordinazione delle notifiche a livello nazionale e non più cantonale, ecc. – i tempi di notifica per la trasmissione agli organi di sorveglianza potrebbero essere ridotti. Ma questo significa ignorare la realtà in loco. Su mandato della SECO, le squadre di controllo sul terreno verificano non solo i salari e le spese, ma anche le condizioni di riposo, di sicurezza, di salute e di igiene sul lavoro.

«Oggi il sistema di controllo in Svizzera è ampiamente sottodotato. Non solo all’interno delle commissioni paritetiche, ma in tutti gli organi di controllo. Si spiana quindi la strada ai lavori sottopagati e alla precarietà dei lavoratori distaccati», aggiunge Pascale Kaegi.

L’unità addetta all’esecuzione dei CCL estesi di syndicom controlla, per conto delle due commissioni paritetiche già citate, quasi un centinaio di lavoratori distaccati di circa 40 o 50 aziende straniere all’anno (infrastruttura di rete). Controlla inoltre una buona sessantina di preavvisi di impiego di stranieri di breve durata nelle aziende svizzere (dei due settori).

«Le due commissioni paritetiche rilevano infrazioni, delle quali quasi i tre quarti riguardano deroghe di livello significativo. Si tratta di sottosalari, incluse le compensazioni per le vacanze e i giorni festivi o le indennità notturne e per i pasti, che spesso non sono pagate correttamente, ma anche infrazioni riguardanti i rapporti delle ore di lavoro, che non sono stesi in modo tale da poter controllare quante ore hanno realmente lavorato le persone.»

Perché l’UE vuole quattro giorni?

Resta da capire quale sia la posta in gioco per l’Unione europea. Gli otto giorni attuali rappresentano un ostacolo alla libera circolazione delle persone? Oppure causano una distorsione della concorrenza sul libero mercato?

«Passare a quattro giorni indebolirebbe ulteriormente un sistema già imperfetto. E non abbiamo ancora parlato delle sanzioni. Nei CCL estesi è previsto un sistema di cauzioni per costringere le aziende straniere a pagare le multe. L’UE cerca anche qui di indebolire i controlli: constatare un’infrazione senza avere il potere di far valere la sanzione fino al pagamento serve a poco», spiega ancora Pascal Kaegi.


Due tipi di organi di controllo

Delle ispezioni sui cantieri si occupano due tipi di organi. Quando non esistono condizioni minime nei contratti collettivi di lavoro (CCL) estesi riguardanti i salari o il tempo di lavoro, sono le commissioni tripartite cantonali a essere incaricate dei controlli. Queste comprendono rappresentanti dello Stato, delle associazioni padronali e dei sindacati.

syndicom è incaricato dalle due commissioni paritetiche dell’infrastruttura di rete e dei call center di gestire i lavori d’ufficio e di organizzare i controlli in questi due settori. Poiché questi due CCL sono dichiarati di obbligatorietà generale, l’unità di esecuzione dei CCL di syndicom organizza – oltre al controllo delle aziende svizzere – i controlli di tutte le notifiche dei lavoratori stranieri che vengono a svolgere lavori in questi due settori.

Accordo sulla libera circolazione delle persone

La legge sui lavoratori distaccati in Svizzera fa parte delle cosiddette «misure collaterali» all’accordo sulla libera circolazione delle persone, entrato in vigore nel 2002.

⊳ Maggiori info su «Distacco e misure collaterali» (SECO)

Vale la pena ricordare che queste misure collaterali (introdotte nel 2004) mirano a proteggere i lavoratori dai rischi di sottosalario delle condizioni salariali e lavorative svizzere e a garantire condizioni di concorrenza identiche per le imprese sia svizzere che straniere.

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