Legge svizzera su rotaie svizzere
Il Sindacato del personale dei trasporti (SEV) non vuole la liberalizzazione delle ferrovie. Per proteggere i salari svizzeri e perché la privatizzazione è stata fallimentare in diversi paesi europei.

Testo: Giovanni Valerio
L’essenziale in breve
- Il SEV si oppone alla liberalizzazione delle ferrovie: il Sindacato del personale dei trasporti (SEV) rifiuta l’apertura incontrollata del mercato ferroviario svizzero, temendo un calo della qualità e delle condizioni di lavoro.
- No al modello Flixbahn: ispirato al modello Flixbus, rappresenta per il SEV una minaccia per il sistema ferroviario svizzero, strutturato, affidabile e integrato.
- Esempi europei poco rassicuranti: in Germania, Francia o Regno Unito, la liberalizzazione ha spesso portato a fallimenti, a un calo della qualità del servizio e a un ritorno alla gestione pubblica.
Quando l’Europa deraglia
In Francia, il disimpegno dello Stato ha portato all’abbandono del trasporto ferroviario, che oggi rappresenta solo il 9% del trasporto merci.
In Germania, è simbolico il fallimento di Abellio, filiale delle ferrovie olandesi NS, che gestiva una cinquantina di collegamenti in tre Länder. La compagnia, che aveva abbassato i prezzi per ottenere i contratti, non era più in grado di trovare personale, subiva ritardi nella consegna del materiale rotabile e non poteva quindi più garantire un servizio adeguato. La pandemia ha completato il processo, lasciando le autorità e gli utenti a bocca asciutta. In Baden-Württemberg, ad esempio, le linee sono state rilevate da un’azienda pubblica.
La svolta più spettacolare è quella dell’Inghilterra. La storica British Rail è stata smantellata nel 1993 per creare ventisei concessioni, sottoposte a gara d’appalto. L’infrastruttura è stata rinazionalizzata nel 2002, con un piano di massicci investimenti pubblici per risolvere gli enormi problemi di sicurezza del traffico che diversi incidenti avevano messo in luce.
Intanto gli operatori privati intascavano 3,3 miliardi di sterline di dividendi (dal 1996). Ma questo non ha cancellato le difficoltà, in particolare l’impennata dei prezzi, l’invecchiamento del materiale rotabile e i ritardi continui.
Il 20 novembre 2024 la Camera dei Lord ha votato la rinazionalizzazione dei trasporti pubblici con la creazione di un’unica compagnia ferroviaria pubblica. Alla base, la constatazione che la gestione centralizzata è garanzia di efficienza ed economia, mentre la frammentazione in concessioni autonome ha prodotto l’effetto opposto.
Un altro affronto ai dogmi neoliberisti di un’Europa che deraglia.