Oltre ai sindacati, ci sono altri modi per opporsi al dumping salariale?

Sì, il dumping salariale può essere denunciato all’autorità del mercato del lavoro competente del Cantone in cui opera l’azienda.

Questa invierà delle ispettrici e degli ispettori affinché verifichino il rispetto dei salari usuali per il luogo e il settore. Questo riguarda in particolare i settori in cui non vi è alcun contratto collettivo di lavoro (CCL) vincolante.

Laddove invece ci fosse, il rispetto del contratto collettivo di lavoro (CCL) viene spesso controllato da una commissione paritetica i cui compiti devono essere stabiliti nel contratto collettivo di lavoro (CCL). Se non è prevista una commissione paritetica, saranno sempre le ispettrici e gli ispettori cantonali a provvedere ai controlli.    

Cosa succede se il dumping salariale viene effettivamente accertato?

Le ispettrici e gli ispettori lo notificano alla cosiddetta commissione tripartita. In ogni Cantone ce n’è una ed è composta da rappresentanti dei datori di lavoro, rappresentanti dei lavoratori e rappresentanti statali.

Se si constatano delle irregolarità, la commissione tripartita cerca di ottenere dal datore di lavoro in questione la retribuzione dovuta e un adeguamento dei contratti di lavoro. Altrimenti può richiedere all’autorità cantonale che il lavoro venga interrotto, che venga stabilito obbligatoriamente un salario minimo per questo settore oppure che singole disposizioni del contratto collettivo di lavoro (CCL) possano essere dichiarate di obbligatorietà generale.

Come viene determinato il salario minimo in assenza di un contratto collettivo di lavoro (CCL)?

Se per mancanza di un contratto collettivo di lavoro (CCL) dovesse essere determinato un salario minimo, questo avviene in considerazione dei salari usuali per il settore e delle differenze salariali regionali.

I controlli vengono effettuati regolarmente o avvengono solo dietro segnalazione?

Nell’ambito della libera circolazione delle persone con l’Unione Europea, dal 1° giugno 2004 sono state introdotte misure di accompagnamento che regolano l’attuazione dei controlli.

I datori di lavoro colpevoli vengono multati e, in caso affermativo, a quanto ammontano queste sanzioni?

Nella legge sul distacco dei lavoratori sono previste, a seconda della violazione, sanzioni da 5 mila franchi a 1 milione oppure un divieto di esercizio dell’attività di 5 anni. Inoltre al datore di lavoro in questione possono essere fatturate le spese dei controlli.

Con un contratto collettivo di lavoro (CCL) possono essere concordate delle sanzioni per il mancato rispetto delle disposizioni contrattuali. Con il contratto collettivo di lavoro (CCL) possono anche essere imposte al datore di lavoro le spese dei controlli.

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