Le tue persone di contatto syndicom:

Anina Koch

Segretaria regionale Media
058 817 18 18
Giorni lavorativi: Lunedì – Giovedì

Idris Djelid

Segretario regionale Media
0588171818
Giorni lavorativi: Martedì – Giovedì

Perché abbiamo bisogno di un contratto collettivo di stampa per la Svizzera tedesca e il Ticino?

L’industria dei media ha urgentemente bisogno di un contratto collettivo di lavoro che definisca gli standard minimi per i lavoratori dei media e protegga le condizioni di lavoro. Per questo motivo, dal 2017 il vostro sindacato syndicom e l’associazione professionale stanno negoziando con l’associazione degli editori VSM un contratto collettivo di lavoro per la stampa della Svizzera tedesca e del Ticino. Tuttavia, le trattative sono state interrotte poiché la VSM si è rifiutata di migliorare la propria offerta. Per riportare la VSM al tavolo delle trattative, syndicom e l’associazione di categoria hanno lanciato una petizione che è stata firmata da oltre 1.200 professionisti dei media e consegnata alla VSM nell’inverno del 2023. I negoziati sono poi ripresi nella primavera del 2024.

Un salario minimo adeguato e degli onorari corrispondenti. I salari minimi e gli onorari devono corrispondere al livello del contratto collettivo di lavoro della Svizzera francese. In situazioni finanziariamente difficili, tuttavia, le aziende mediatiche possono stipulare accordi flessibili.

Dovrebbe essere più facile per i liberi professionisti regolari (compresi i fotografi e videogiornalisti) accedere alla protezione del contratto collettivo di lavoro. Per raggiungere questo obbiettivo le condizioni d’accesso devono essere allentate.

Buone condizioni di lavoro: miglioramento nella tutela del diritto d’autore; adeguata protezione contro il licenziamento per i dipendenti di lunga data; trattamento equo degli straordinari e remunerazione adeguata durante il periodo di formazione.

Le aziende mediatiche, alcune delle quali estremamente redditizie, offrono un salario minimo di soli 4’800 franchi, decisamente troppo poco per il lavoro giornalistico e addirittura inferiore di ben 1’000 franchi al salario minimo della Svizzera romanda. Per i liberi professionisti regolari, le aziende mediatiche propongono un compenso giornaliero di soli 400 franchi, che è inferiore di 184 franchi al compenso minimo stabilito nella Svizzera romanda.

L’attuale progetto di CCL presenta carenze anche in altri settori essenziali: trascura i diritti d’autore e i diritti di protezione affini dei liberi professionisti e offre una protezione insufficiente contro il licenziamento per i dipendenti di lunga data. Inoltre, manca la regolamentazione urgentemente necessaria dei carichi di lavoro, spesso eccessivamente elevati, soprattutto per i giovani professionisti dei media.

Diventa membroScorri in alto