Il 22 marzo, in occasione dell’assemblea generale della sezione Ginevra-La Côte, due voci impegnate hanno lanciato l’allarme. Il messaggio di Christian Dandrès (presidente dell’SSP e consigliere nazionale socialista ginevrino) e Samuel Bendahan (economista e consigliere nazionale socialista vodese) è chiaro: l’intelligenza artificiale (IA) non rappresenta solo una sfida tecnologica, ma è un problema di potere. La tecnologia è infatti nelle mani di un piccolo numero di aziende, il cui influsso dei ricchi proprietari cresce all’interno degli Stati e della società. Samuel Bendahan parla perciò di «oligarchia».

Guadagni di produttività iniqui

Secondo Samuel Bendahan, in dieci anni il prodotto interno lordo (PIL) svizzero è aumentato di oltre 200 miliardi di franchi. La produttività è salita del 50 per cento, ma i salari reali sono cresciuti solo del 15 per cento. «I profitti vanno ai proprietari delle aziende, non ai lavoratori», denuncia. Per lui i sindacati hanno un ruolo fondamentale. «Le tecnologie dovevano migliorare le condizioni dei lavoratori. L’obiettivo era integrare il lavoro, non sostituirlo. Il progresso deve essere a vantaggio di tutta l’umanità. Dobbiamo ritrovare la forza per lottare, per mobilitarci e per rivendicare con una voce molto più forte!»

Disfattismo o mobilitazione?

Di fronte alla complessità del tema, diversi partecipanti hanno espresso un sentimento di impotenza. Secondo Samuel Bendahan, «il disfattismo è un’arma contro la democrazia. La popolazione mondiale è demotivata, e ciò gioca a favore degli oligarchi. Dobbiamo convincere chi ci circonda, riconquistare il terreno perduto, lottare. Se non viene regolamentata, l’IA è una minaccia».

L’Unione europea sta cercando di fornire un quadro regolamentare all’IA. La Svizzera, invece, rimane cauta. Il Consiglio federale ha fatto sapere a febbraio che non seguirà l’approccio globale dell’UE. «Non siamo costretti a subire la dipendenza dalle oligarchie tecnocratiche. Con la nostra democrazia diretta, potremmo imporre una retribuzione dei diritti d’autore, obbligare le aziende tecnologiche a rispettare condizioni quadro locali, a proteggere i dati, ecc.»

Per Samuel Bendahan, i decisori politici non comprendono le sfide tecniche: «Si parla di intelligenza, ma si tratta di probabilità, non di pensiero umano.» Da qui l’importanza dell’educazione e della sensibilizzazione. Christian Dandrès sottolinea che «la sinistra ha una forza: la cultura del dialogo. Discutendo, possiamo riprendere il controllo dell’organizzazione e della salute sul lavoro.»

Il ruolo chiave dei sindacati

I sindacati devono garantire che l’IA non precarizzi ulteriormente il lavoro:

  • Richiedere maggiore trasparenza sugli algoritmi e le decisioni automatizzate
  • Garantire il mantenimento di una decisione umana nei processi sensibili
  • Difendere i diritti dei dipendenti
  • Negoziare corsi di formazione legati alle nuove competenze

Difendere la dignità sul lavoro

Christian Dandrès chiede un approccio più ampio: «Bisogna uscire dalla sola difesa professionale e investire nel campo della dignità sul lavoro.» Ciò passa attraverso la solidarietà, inclusa quella internazionale. Le tecnologie si basano su uno sfruttamento eccessivo delle risorse umane e naturali, spesso nei Paesi del Sud.

Per concludere, i due oratori avanzano due misure politiche chiave:

  • Creazione di un centro dati statale
  • Tassazione dei profitti generati dall’IA

Si tratta di punti da difendere con fermezza, in un contesto di tagli di bilancio e attacchi contro i servizi pubblici.

Le nostre rivendicazioni

Il futuro del lavoro, plasmato dalla digitalizzazione e dall’IA, è inevitabile, ma ciò che ne faremo non è predeterminato. La questione non è se questo cambiamento avverrà, ma come gestirlo. I sindacati sono chiamati a svolgere un compito fondamentale.

  • Le lavoratrici e i lavoratori, insieme ai loro sindacati, devono essere coinvolti nelle decisioni riguardanti il modo in cui viene introdotta e utilizzata l’IA nel mondo del lavoro.
  • L’IA non deve essere utilizzata per violare i diritti fondamentali, come la libertà sindacale e il diritto di organizzazione.
  • Le decisioni algoritmiche non possono sostituire il controllo umano, in particolare in materia di occupazione, salari e condizioni di lavoro.

Inoltre, syndicom chiede una regolamentazione internazionale più rigorosa, inclusa una convenzione vincolante dell’OIL sul lavoro dignitoso nell’economia delle piattaforme, che è stata una delle principali rivendicazioni del movimento sindacale internazionale durante la Conferenza internazionale del lavoro dell’OIL, che si è tenuta in giugno.

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