«Vogliamo che le professioni creative vengano riconosciute!»
3 donne, 2 professioni, 1 obiettivo: l’illustratrice Barbara Seiler e le due grafiche Cosima Mattioli e Deborah Kipfer lottano per più visibilità e maggiore considerazione per il loro lavoro.
Intervista: Vera Urweider
Foto: Pia Neuenschwander
Barbara, Cosima, Deborah, un’illustratrice e due grafiche. Come siete arrivate alle vostre professioni?
Barbara: Ho sempre disegnato fin da bambina, ma allora non sapevo ancora che si potesse guadagnare con questo (ride). Dopo l’apprendistato come poligrafa, durante la maturità professionale ho scoperto il corso di studi in illustrazione.
Cosima: Mia mamma è molto creativa e mi ha invogliato a fare il corso artistico preliminare per conoscere le varie sfaccettature di queste professioni. Alla fine, mi sono decisa per la grafica.
Deborah: Anche nel mio caso è stato l’ambiente circostante. Mi hanno sempre detto che so disegnare bene, che sono creativa… Così ho fatto anch’io il corso preliminare e mi sono decisa rapidamente per la grafica.

Barbara, tu hai contribuito a fondare il settore «Illustrazione» presso syndicom. Cosa ti ha spinto a farlo?
Barbara: Dopo gli studi ti ritrovi lì e in realtà non sai proprio come funziona il mondo del lavoro. Non lo impari durante la formazione. È più tipo: ciao, arrangiati! Avrei voluto un punto di riferimento dove ottenere informazioni. Quanto devo chiedere per un’illustrazione? Come funziona con i diritti? Cosa succede se il cliente non è soddisfatto? Poi con la mia attuale socia ci siamo detti: facciamola noi questa piattaforma! Abbiamo raccolto domande, le abbiamo discusse con illustratori e illustratrici che erano nella professione già da più tempo, e abbiamo fondato howthef.ch. Ben presto ci siamo rese conto che dovevamo professionalizzare il tutto e syndicom era il posto giusto per farlo. E nel 2020 è nato il settore «Illustrazione».
E come hanno fatto i grafici e gli illustratori ad arrivare a syndicom?
Cosima: Quando Debby e io ci siamo messe in proprio, nel 2020, siamo andate da Michael Moser (segretario centrale syndicom Media, Industria grafica, Comunicazione visiva, Commercio librario e dei media) con un sacco di domande. I documenti che abbiamo ricevuto sembravano degli anni Novanta, così abbiamo pensato che bisognava aggiornarli un po’. Da una battuta scherzosa è nata poi una collaborazione. All’inizio non eravamo nemmeno consapevoli di fondare un nostro gruppo professionale (ride). Per fortuna abbiamo potuto orientarci sui documenti degli illustratori, che hanno un kit iniziale super. Da circa due anni collaboriamo più strettamente.
Tutte e tre avete già ottenuto molto per il vostro gruppo professionale e le vostre carriere si sono sviluppate. Cosa vi motiva ancora a impegnarvi con il gruppo di syndicom?
Barbara:
Ci sono sempre nuove sfide, basti pensare al tema attualissimo dell’intelligenza artificiale (IA).
Questo al momento monopolizza tutta la nostra energia! Dobbiamo starci sempre dietro. Per questo da ottobre, oltre allo Starter-Kit, c’è anche il Profi-Kit per colleghi e colleghe che sono già da più tempo nella professione. Poi è essenziale il networking, fare rete! Difenderci insieme, proprio di fronte all’IA o semplicemente anche contro la concorrenza sleale e i prezzi da dumping.
Deborah: Esatto. Soltanto perché si è cominciato, non vuol dire che tutto continui in automatico. Nel lavoro indipendente ci si trova sempre di fronte a nuovi problemi e uno scambio di opinioni è super importante. È fantastico discutere ed elaborare temi insieme ai colleghi e alle colleghe. Organizziamo i cosiddetti «Ateliertalks», da lì riprendiamo poi temi e input che sono di attualità.
Per me syndicom è un luogo dove si parla di come lavoro e non di cosa.
Vincere premi o mostrare lavori, quello lo si può fare altrove, qui parliamo dei temi dietro al lavoro. Questo è estremamente importante.
Cosima: Proprio durante il Covid abbiamo notato quanto sia importante non essere soli. Sapere di essere una comunità, con syndicom alle spalle, che ha anche lottato per la nostra indennità contro la perdita di guadagno durante la pandemia. E quando negli «Ateliertalks» sentiamo dire che il nostro lavoro si vede e che aiuta gli altri, allora sappiamo che ne vale la pena!
Deborah: Quando ero ancora dipendente, non sentivo particolarmente il bisogno di una comunità come questa. Perciò, senza dubbio, il nostro gruppo professionale è nato da lavoratori indipendenti, che non si concentrano sui temi sindacali classici. Ma funziona e ora si aggiungono anche grafici e grafiche dipendenti. Ed è bello che noi e syndicom siamo aperti a tutti.
Qual è attualmente la vostra sfida più grande?
Barbara: Naturalmente, l’IA. Ma non è solo la nuova tecnica a renderci la vita difficile, bensì la mancanza di apprezzamento da parte dei clienti. Non solo hanno l’impressione che un computer faccia il lavoro altrettanto bene e molto velocemente, ma pretendono anche da noi un lavoro più veloce e più economico. È difficilissimo, perché poi spesso manca il tempo per trovare le idee.
Cosima: C’è ancora molta ignoranza nei confronti dei nostri mestieri. Un grafico o un’illustrazione non è soltanto un disegnino ma comporta molte ore di lavoro intorno. La gente ha spesso l’impressione che noi potremmo fornire un modello e poi loro fanno il resto, ovviamente per risparmiare. Per questo dobbiamo organizzare campagne per richiamare continuamente l’attenzione sul nostro lavoro…
Deborah: …siamo praticamente tornate alla domanda iniziale: quanto vale il nostro lavoro? Per questo stiamo pensando in futuro a una giornata di orientamento professionale sul tema: cosa cambia nella grafica, come evolve il nostro lavoro? L’IA svolge un ruolo, ma cambia anche il modo di lavorare.
Dobbiamo ancora una volta difendere il nostro lavoro.
Dobbiamo di nuovo far capire cosa sta dietro al nostro lavoro. Forse non si finirà mai.
E ora un passo indietro: cosa avete già raggiunto? Di cosa siete orgogliose?
Cosima: Bella domanda! Guardiamo spesso a quello che non abbiamo raggiunto. Eppure è già successo parecchio. Documenti più aggiornati. Una community super. O feedback tipo: grazie a voi ora ho anche delle condizioni generali per un contratto. Che la gente lavora con i nostri documenti. E naturalmente le amicizie che sono nate.
Deborah: Oltre ai documenti concreti abbiamo anche creato un luogo di scambio informale…
Cosima: …dove ci si rende conto che anche gli altri hanno gli stessi problemi.
Arrabbiarsi insieme, anche questo a volte aiuta…
Barbara: Sì. Come da noi ai cosiddetti «Stammtisch», il corrispettivo dei vostri «Ateliertalks». Per me è naturale, visto che abbiamo avviato tutto questo! Che siamo arrivate così lontano, pur sapendo nulla quando abbiamo iniziato. Davvero una bella sensazione! Un’esperienza che personalmente non dimenticherò mai è quando un cliente mi ha detto di sua iniziativa che aveva bisogno di informazioni sui diritti d’uso. Lì ho pensato, sì! Allora funziona! Otteniamo qualcosa. Funziona!
Biografie
Deborah Kipfer, 32 anni, domiciliata a Berna, ha frequentato il corso preliminare subito dopo la scuola e ha concluso dieci anni fa la formazione grafica a Lucerna insieme a Cosima. Ha lavorato prima con lei in un’agenzia, prima che si mettessero in proprio. Oltre a «The Project Black» lavora nella ristorazione.
Barbara Seiler, 36 anni, domiciliata a Briga-Glis. Dopo l’apprendistato come poligrafa ha scoperto durante la maturità professionale il corso di studi in illustrazione. Insieme a un’amica ha fondato la ditta «Illunatuen». Tra i suoi successi professionali ci sono i due francobolli speciali «75 anni di aiuto alla montagna» (2018) e «100 anni della Federazione svizzera di allevamento della razza di Hérens» (2020). Nel 2025 è uscito il suo libro illustrato «Aymo und der Schatz der Kröte».
Cosima Mattioli, 36 anni, domiciliata a Olten. Dal 2020 gestisce insieme a Deborah Kipfer lo studio grafico «The Project Black». È inoltre accompagnatrice di gruppi in viaggio verso luoghi di partenza o arrivo di crociere fluviali. Nel 2012 è entrata in syndicom.