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Sul sito di Toya Krummenacher campeggia una famosa citazione di Rosa Luxemburg La libertà è sempre la libertà di dissentire. Questa frase riassume molto bene il pensiero della neosegretaria delle donne, dei migranti e dei liberi professionisti che, se da un lato apprezza la libertà del sistema democratico, pensa però che ci voglia coraggio per decidere di non seguire la corrente e restare liberi e anche coerenti con quel che si pensa. Dopo aver lavorato cinque anni per il sindacato Unia Toya è passata, dall’inizio del 2013, a syndicom, mantenendo quindi una continuità nel suo operato.

Toya ha completato gli studi di biologia. Riflettendo sulle sue scelte lavorative è assolutamente contenta di aver scelto di entrare a far parte del mondo sindacale. Anche se gli ultimi anni per lei sono stati logoranti, conflittuali ed emotivamente pesanti, l’impegno a favore delle donne le ha dato la forza di andare avanti.

La madre come modello femminista

Sua madre si era dichiarata molto presto sostenitrice del femminismo, ci racconta Toya con compiacimento; e altrettanto presto le aveva fatto capire che lei avrebbe dovuto lottare per i propri diritti. In famiglia ci si interessava di politica: il padre era uno storico e la madre impegnata nella formazione degli adulti. La parità dei diritti ha sempre avuto per Toya Krummenacher un ruolo centrale. «Il fatto poi che fossi nata in Brasile ritornava spesso nei racconti dei miei genitori» ci dice. «Già da piccola mi chiedevo perché mai avessi avuto la fortuna di nascere in una famiglia della borghesia mentre altri bambini crescevano nelle favelas». La sua famiglia, composta di quattro persone, dopo aver trascorso dieci anni nell’hinterland bernese è poi ritornata per altri quattro anni in Sudamerica: «Il periodo dell’adolescenza l’ho passato in Cile» continua a raccontare Toya Krummenacher.

Anche oggi viaggia sull’onda del multiculturalismo. Ama le vacanze attive e, spesso in viaggio col suo compagno, le piace in particolare conoscere la cucina dei vari paesi del mondo: «Per noi anche questa è cultura». A rendere un viaggio piacevole spesso è anche tutta la parte preparatoria e a farne testimonianza sono le montagne di prospetti di viaggio sparsi sul tavolo.

Una visione diversa sulla migrazione

Il peso di una migrazione Toya lo ha vissuto in prima persona. Bionda e di carnagione bianca in Cile veniva chiamata con disprezzo Gringa e sua madre, cresciuta vicino a Basilea, veniva chiamata Dreckschwabin (tedesca di merda). Anche attraverso i racconti della madre e del suo compagno di origine croata, Toya ha avuto modo di dare alla parola migrazione tutte le sfumature di significati che essa porta con sé. Per questo lei si impegna con serietà e tramite un approccio inusuale al tema della migrazione. «Il sindacato può raggiungere le persone sul posto di lavoro che può rivelarsi un buon posto per aprirsi alla solidarietà e alla comprensione». Le ingiustizie che vede la fanno sentire furiosa e triste, ma la capacità di lottare rimane comunque la sua forza motrice.

Questa giovane donna affronta le situazioni impegnative con coraggio sapendo di poter contare anche sulle amiche e sul suo compagno. Per ricaricare le batterie c’è l’appartamento nel centro di Basilea in cui abitano insieme, regno anche di due enormi gatti. Tra gli hobby che predilige ci sono le attività che l’aiutano a concentrarsi come cucire e fare bricolage, così Toya Krummenacher riesce a rilassarsi, come pure viaggiando e cucinando. La cucina per lei costituisce quasi un rituale.

Il gruppo di interesse come elemento trasversale ai settori

Toya è una fautrice accanita dei gruppi di interesse. Continua infatti la nuova segretaria centrale: «I sindacati devono investire nei gruppi di interesse come in contenitori trasversali ai settori. In questo modo otteniamo una base forte». Nei gruppi di interesse vede anche il suo campo di attività, commenta Toya Krummenacher. Le fusioni richiedono sempre tempo, come ha sperimentato durante il lavoro a Unia, e considera ora un vantaggio il fatto di non aver operato né per comedia né per il Sindacato della comunicazione: «Per me esiste solo syndicom».

Toya Krummenacher ha una buona eloquenza, parla con calma permeata di fascino, si avverte subito che è abituata a convincere con le sue argomentazioni. Non risponde invece alle provocazioni, preferisce portare esempi concreti. Con la determinazione con la quale si presenta, dà l’impressione di una persona che negozia in modo corretto e leale.

In quanto segretaria centrale attribuisce grande importanza al contatto con le regioni e con la base: «Mi considero una persona che lavora per incarico di qualcun altro».

Nelle questioni relative alla parità dei diritti e alla migrazione proporrà delle tematiche e cercherà di realizzarle all’interno e all’esterno del sindacato. Per Toya Krummenacher, un settore del tutto nuovo è quello dei liberi professionisti. È infatti un gruppo che deve ancora imparare a conoscere, all’interno del sindacato, con le sue esigenze specifiche: «Anche di questo mi rallegro».

* Suleika Baumgartner è giornalista indipendente RP e segretaria per le pari opportunità del partito svizzero dei Verdi.

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