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L’odissea della Baz tocca la tipografia

L’8 gennaio la notizia della cessazione delle attività per la fine di marzo, che colpirà oltre 100 dipendenti. L’entrata in campo di Christoph Blocher non ha fatto altro che peggiorare il viaggio verso l’ignoto del gruppo della Basler Zeitung. Fra i lavoratori si cercano delle alternative alla chiusura annunciata. 

Oltre cento dipendenti si aspettavano ormai la nefasta notizia. Già lo scorso autunno infatti circolavano delle voci su una possibile chiusura. L’ipotesi, secondo cui la tipografia avrebbe potuto chiudere a fine marzo 2013, ha indotto i dipendenti a non rimanere con le mani in mano e cercare delle alternative tra le quali vi è la possibilità di una gestione employee buyout (acquisizione dell’impresa da parte dei dipendenti). Altra ipotesi è invece quella di far proseguire le attività della tipografia presso un nuovo sito a Basilea.

Il dicembre scorso, poco prima di Natale, syndicom, insieme al presidente della commissione del personale della tipografia, Ralph Lange, ha cercato il dialogo con il governo di Basilea. Il governo, per quanto potesse essere nelle sue possibilità, ha garantito il proprio sostegno.

L’8 gennaio 2013 la chiusura è stata annunciata ufficialmente; ai dipendenti è stato concesso un termine di consultazione di due settimane per presentare i propri contributi relativi al proseguimento dell’attività della tipografia. Il comitato direttivo ha indicato anche che bisognava applicare il piano sociale del 2010. L’11 gennaio un’assemblea del personale ha deciso all’unanimità di presentare le seguenti richieste: prolungamento del termine di consultazione da due settimane a due mesi e partecipazione di syndicom alle trattative per il piano sociale.

«Da quel che mi ricordo io, la tipografia della BaZ è sempre esistita»: questa frase è stata ripetuta da diversi colleghi e colleghe, giovani e anziani, sia in occasione dell’assemblea del personale che per strada. Il viaggio verso l’ignoto del gruppo BaZ iniziò nel 2010, quando la famiglia Hagemann cedette le rispettive azioni a Tito Tettamanti e a Martin Wagner. Dopo la comunicazione che a tirare le fila sarebbe stato Christoph Blocher, divenne anche chiaro che molto sarebbe cambiato.

Così il giornale di Basilea BaZ ha risentito di uno spostamento a destra a opera del caporedattore Markus Somm, i giornalisti e i fotografi sono stati sostituiti o assunti a condizioni peggiori. L’acquisto degli immobili ad Aeschenplatz (redazione della BaZ) e in Hochbergerstrasse (tipografia) nel 2012 da parte di Christoph Blocher ha rafforzato ancora di più l’incertezza sulla direzione della BaZ. Quando lo scorso autunno, poco dopo le elezioni per il rinnovo del Gran Consiglio di Basilea, Christoph Blocher parlò di una «Basler Zeitung spoglia», non fece altro che confermare definitivamente i timori.

Ecco come si evolveranno le cose: l’ampliamento del termine per le consultazioni dovrebbe fornire un aiuto ai colleghi per l’elaborazione e la presentazione delle rispettive alternative. Dipende dal sostegno di tutti se le alternative possono affermarsi. Vuoi saperne di più, sostenere i colleghi o ricevere regolarmente delle informazioni? Non devi far altro che scrivere all’indirizzo internet Basel@syndicom.ch.

* Sonia Regna è responsabile regionale per la Svizzera centrale/nord-occidentale.

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