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La promozione dei media in dirittura d'arrivo nonostante alcune imperfezioni

Il pacchetto di misure a favore dei media, approvato martedì dal Consiglio nazionale, si compone di tre parti, come richiesto da syndicom e dal Sindacato Svizzero dei Media (SSM): promozione indiretta della stampa, misure di promozione a favore di tutti i media elettronici e promozione dei media online.

I sindacati dei media SSM e syndicom sono lieti che il Consiglio nazionale veda ora il pacchetto di misure a favore dei media come un pacchetto globale e abbia accettato la promozione dei media online come parte integrante di esso. Tuttavia, il Consiglio nazionale ha dimostrato con queste decisioni di legiferare soprattutto in favore delle grandi case editrici e della stampa, di considerare il servizio pubblico dei media della SSR più come una seccatura che come un servizio per i contribuenti e di aver introdotto controvoglia la promozione dei media online. 

Che i sussidi alla stampa continuino ad essere limitati ai giornali e alle riviste con abbonati, escludendo così la stampa gratuita, è giusto. L'aumento dell'importo per la consegna giornaliera e il nuovo aiuto per la distribuzione mattutina da parte delle organizzazioni registrate è anche ragionevole. Nonostante ciò, sono soprattutto i grandi editori come Tamedia e CH-Media a beneficiarne. Per quest’ultimi, a questo gesto di buona volontà si aggiunge dunque una responsabilità : quella di mantenere le loro testate e le redazioni regionali nelle varie sedi cessando così i continui tagli di posti di lavoro. Sarebbe infatti incomprensibile se nonostante queste nuove sovvenzioni, i licenziamenti di massa di redattori e personale tecnico di redazione continuassero.

Con le restrizioni che il Consiglio Nazionale vuole imporre alle pubblicazioni online della SSR, egli rende impossibile a quest’ultima raggiungere un pubblico più giovane e più affino al digitale. Così facendo, impedisce alla SSR di adempiere al suo mandato di servizio pubblico a livello online e sabota il suo mandato esplicito di rivolgersi ai giovani. Il pacchetto di misure in favore dei media non includeva intenzionalmente alcun articolo sulla SSR. Una decisione di tale portata, per la popolazione svizzera, non può essere introdotta en passant dalla porta di servizio e senza alcuna consultazione. Il Consiglio degli Stati è chiamato a correggere questo smantellamento del servizio mediatico di base nell'interesse della popolazione in Svizzera.

Il fatto che i media online possano ora contare anche sull'appoggio del Consiglio Nazionale è molto positivo. Tuttavia, i 30 milioni di franchi messi a disposizione dei media online non sono proporzionali ai sussidi di cui beneficia la stampa. Il Consiglio nazionale ha infatti aumentato gli aiuti indiretti destinati alla stampa da 70 a 120 milioni di franchi all'anno. Una cifra quattro volte superiore al sostegno che concede ai media online.

È particolarmente importante che le misure di sostegno a favore di tutti i media elettronici siano state approvate: il maggiore sostegno alle agenzie di stampa, alle istituzioni di autoregolamentazione come il Consiglio della stampa e alle infrastrutture digitali, è fortunatamente incontestato. Una decisione che rischia però di rivelarsi problematica è stata presa nel settore del sostegno all'istruzione e alla formazione. In futuro, potrebbe infatti essere possibile ottenere dei sostegni finanziari per le formazioni interne. Ma, queste formazioni in-house sarebbero accessibili solo alle persone impiegate dalle istituzioni che forniscono queste offerte. Qui è necessaria una correzione.

Infine, i sindacati sono anche sollevati nel constatare che gli aiuti indiretti destinati alla stampa associativa e delle fondazioni sarà ora sovvenzionata con 30 invece di 20 milioni. Ciò dimostra che questa stampa, che con i suoi oltre 900 titoli contribuisce alla pluralità dell'informazione e alla formazione dell'opinione in Svizzera, gode del sostegno che merita in Parlamento.

Per quanto riguarda la durata dell'intero pacchetto di aiuti, il Consiglio degli Stati è invitato a cercare una soluzione realistica. Occorre infatti trovare un compromesso tra i 5 o i 10 anni proposti.

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