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Cattive condizioni di lavoro e un progressivo accentramento dei media mettono a rischio la posizione di primo piano della Svizzera

Giornata mondiale della libertà di stampa 03.05.2018

La classifica annuale in quanto a libertà di stampa a prima vista sembra osannare la Svizzera. Infatti il nostro paese migliora la sua posizione e si colloca al quinto posto a livello internazionale. Mai la Svizzera si era classificata così bene. Ciò nonostante sussistono due punti critici che potrebbero minacciare questa posizione di spicco della Svizzera in un prossimo futuro. Il progressivo accentramento mediatico mette a rischio l’indipendenza degli operatori dei media e favorisce l’autocensura. Inoltre il peggioramento delle condizioni di lavoro deteriora anche il contesto lavorativo dei professionisti della stampa. Entrambi fattori costituiscono aspetti importanti ai fini di un lavoro giornalistico indipendente.

Un lavoro giornalistico indipendente richiede buone condizioni di lavoro ed una pluralità mediatica
Chi non dispone di tempo sufficiente per le ricerche, di mezzi a sufficienza o chi deve scegliere gli articoli da scrivere non a seconda della rilevanza ma dei numeri di click, fatica a dare il suo contributo da operatore della stampa al quarto potere, che a sua volta dovrebbe contribuire alla libera formazione dell’opinione pubblica, alla diversità delle opinioni e alla formazione democratica della volontà e al controllo della politica attraverso l’opinione pubblica. Ma è proprio quello che succede se continuano a peggiorare le condizioni di lavoro nel settore mediatico.

syndicom ricorda che le condizioni di lavoro non fanno altro che peggiorare nel vuoto contrattuale senza un contratto collettivo. Questo emerge anche dalla ricerca giornalistica 2018 pubblicata di recente. Passa piuttosto inosservato l’effetto nocivo che l’accentramento dei media ha sulla censura editoriale interna ed autocensura, il che fa sì che si riducano gli spazi per un giornalismo critico.

Ultimamente si sono accumulati esempi di ingerenze in affari redazionali e libertà di stampa, come recentemente presso il gruppo più grande Tamedia dov’è stato cancellato un ritratto aziendale e ritirata un’intervista personale nonché alla NZZ che ha vietato alla presidente della commissione del personale di scrivere dopo che aveva confermato le sue critiche nei confronti di procedure interne.

Più si diffondono pratiche del genere, più alto diventa il pericolo dell’autocensura dei professionisti dei media per paura di ripercussioni sulla propria carriera professionale – con conseguenze devastanti per la credibilità dei media e dunque per la libertà d’informazione dell’opinione pubblica.

Contratto collettivo di lavoro protegge contro un peggioramento delle condizioni di lavoro e contribuisce ad un lavoro giornalistico indipendente
Proprio in questi tempi difficili per il settore mediatico e i suoi professionisti ci vorrebbe un contratto collettivo di lavoro ed un partenariato sociale istituzionalizzato che garantisse la sicurezza sia sul fronte dei datori di lavoro che quello dei lavoratori. Sicuramente si eviterebbero conflitti come quello all’ats o a Tamedia. Contemporaneamente si fermerebbe la spirale verso il basso delle condizioni di lavoro: la concorrenza si svolgerebbe meno sui costi (per il personale) e la qualità giornalistica verrebbe di nuovo messa in primo piano.

Ecco per cosa lotta syndicom nelle difficili trattative per un CCL nella Svizzera tedesca e in Ticino. La libertà di stampa e d’informazione sono diritti costituzionali fondamentali che vanno rivendicati e realizzati anche nella quotidianità svizzera, affinché non diventino mere pronunciazioni formali nelle prediche domenicali degli editori.

Dibattito in Ticino
Per la Giornata mondiale della libertà di stampa di domani syndicom organizza una serata di discussione insieme alla sezione locale di Amnesty International, Fondazione Diritti Umani e Reporters Sans Frontières. La giornalista turca Idil Eser racconta del suo lavoro di giornalista e dei diritti umani nel suo paese di origine. L’evento a Lugano si tiene il 3 maggio alle ore 19 nel vecchio Asilo Ciani.

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