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Condivisione non fa rima con diritti

Assunto, indipendente, o finto autonomo? Nell’economia delle piattaforme digitali e della condivisione si dissolvono le tradizionali linee di demarcazione. Il servizio di taxi Uber ci mostra in maniera esemplare le conseguenze sui lavoratori.

 

Le nuove ditte globali del consumo collaborativo stanno creando notevoli tensioni sul mercato del lavoro, perché a livello giuridico si muovono in delle zone grigie, sfruttando in maniera sistematica lacune esistenti nel diritto del lavoro o delle assicurazioni sociali, garantendosi così un vantaggio rispetto alla concorrenza della «old economy», ovvero della vecchia economia. Nella disputa tra la piattaforma online Uber e i tassisti, presto dei tribunali dovranno stabilire se gli autisti Uber sono lavoratori autonomi o se sono dei dipendenti della piattaforma di mediazione. Ma qui la questione va ben oltre: infatti dobbiamo porci la domanda di principio su come questi nuovi servizi e forme lavorative cambiano la nostra società. E su come noi reagiamo a questi cambiamenti.

Opportunità e rischi del lavoro flessibilizzato

Accanto alle piattaforme online, anche il telelavoro o il lavoro mobile o itinerante aumentano la libertà di spazio nella scelta del luogo di lavoro. E siccome sempre più aziende dividono e distribuiscono il lavoro in piccoli progetti, si aggiunge anche la flessibilità.

 

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