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Contraria al DNA del servizio pubblico

Secondo il sindacato dei servizi pubblici e sociosanitari l’iniziativa mette a rischio anche quelli cantonali e comunali. Christoph Schlatter*

È vero che l’iniziativa dal titolo ingannevole “A favore del servizio pubblico” si riferisce soltanto alle aziende di Stato. Ma un articolo costituzionale del genere avrebbe ripercussioni – negative – anche a livello cantonale, regionale e comunale. «I fautori dell’iniziativa si comportano come se le aziende pubbliche del trasporto, della logistica e della comunicazione in Svizzera fossero state privatizzate da tempo, come se qui, come p.e. in Inghilterra, ci fossero scaltri manager che fanno i miliardi snellendo i servizi, smantellando la qualità e trascurando l’infrastruttura», commenta Kurt Altenburger, segretario centrale VPOD incaricato del dossier trasporto urbano. Ma questa immagine è sbagliata. Proprio il trasporto pubblico ultimamente è stato fortemente ampliato in molte località, vedi per esempio frequenze e linee notturne. E ancora qui si tratta di trasporti pubblici nel vero senso della parola, ovvero dove lo Stato è il mandante che definisce quali prestazioni esige. Le aziende di trasporto gli dicono a che prezzo possono fornire quello che viene richiesto. Dunque esse si muovono all’interno di un sistema piuttosto rigido.

Cattiva formulazione…

Ovvio: la richiesta di abbassare gli stipendi d’oro è molto popolare – e nemmeno sbagliata in linea di massima. Questo punto il VPOD lo approverebbe al volo – se solo fosse elencato nel testo dell’iniziativa… Tuttavia lì non si parla dei salari dei CEO che non possono superare quelli dei Consiglieri federali. Ma delle “retribuzioni ed onorari dei collaboratori e delle collaboratrici”, che non possono collocarsi al di sopra del livello federale. Dunque se in un CCL venisse negoziato un aumento salariale al di sopra di quello che il Parlamento concede alla sua amministrazione, questo plusvalore andrebbe perso. Che peccato! Ma come si sa nell’iniziativa non importa tanto quello che passa per la mente al comitato, ma quanto c’è scritto dentro.

È vero che l’iniziativa parla soltanto delle aziende di Stato. Quello che però rende il VPOD negativo nei confronti dell’iniziativa non è soltanto la sua solidarietà con SEV e syndicom. Se la Confederazione fissasse dei principi del genere nella Costituzione, in genere non passerebbe molto tempo finché cantoni e comuni la imiterebbero. Ed ecco dove si nasconde il pericolo! Non solo perché si parla sì di servizio pubblico ma senza spendere anche solo una parola a favore della sua qualità. Ma anche perché termini come divieto di “puntare a profitti” e del “sovvenzionamento trasversale” suonano male sia a livello regionale che nazionale.

Il “divieto di puntare all’utile” postulato dall’iniziativa può essere stato motivato da buone intenzioni, ma è distante anni luce dall’obiettivo. Una cosa è chiara: vanno esclusi profitti privati da soldi pubblici. Ma questo è già regolato così nel trasporto pubblico svizzero. E questo divieto di distribuire degli utili a degli azionisti privati di linee sovvenzionate va difeso. E che questa disposizione funzioni lo dimostra il fatto che in Svizzera nessuna multinazionale del trasporto abbia messo le mani sul trasporto urbano svizzero, mentre nei Paesi nostri confinanti esse si sono già accaparrate metropolitane, ferrovie urbane e trasporti in autobus. In questo caso Kurt Altenburger considera la Svizzera “davvero un caso speciale, positivo”.

Conta la volontà politica

Di fatto qui non esiste nessun “guadagno”, ma eventualmente delle eccedenze temporanee, che rimangono comunque vincolate ad uno scopo specifico. Altrettanto sbagliato è la rinuncia al “sovvenzionamento trasversale” chiesta dall’iniziativa. Non soltanto perché il sovvenzionamento trasversale lo troviamo anche nella selvaggia economia di mercato (si pensi solo alle macchinette del caffè a buon mercato che si sovvenzionano attraverso le care capsule). Ma anche perché il sovvenzionamento trasversale praticamente costituisce il DNA del servizio pubblico. Che si tratti delle FFS o di un’azienda del trasporto urbano, sono solo pochi i tratti a essere remunerativi, e di questi la maggior parte soltanto in alcuni orari del giorno. Kurt Altenburger fa l’esempio del suo comune di residenza dove è consigliere comunale: «Il bus che da poco collega ancora fino a mezzanotte la stazione di Rafz con la casa di cura Peteracker è un servizio molto caro – ma voluto politicamente. Chi attacca questi calcoli misti mette a rischio l’intera offerta».

*Christoph Schlatter è redattore della rivista tedesca VPOD Magazins e segretario centrale per le questioni sociali.

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