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Editori allo sbando

Risale a qualche giorno fa l’annuncio di Ringier, Swisscom e della RadioTelevisione (SSR) di aver unito le forze per quel che riguarda il mercato pubblicitario. Il carattere pubblico-privato di questo accordo non implica alcuna procedura da parte della Comco ma le reazioni del mondo dei media non si sono fatte attendere e ovviamente neanche quelle di syndicom.

Il fatto che le aziende mediatiche svizzere si debbano muovere sempre più verso piattaforme globali ed elettroniche a causa del crescente spostamento della pubblicità, è comprensibile e noto da tempo. La domanda che sorge, tuttavia, è se con questa joint venture si riesca davvero a fermare il deflusso attuale di denaro della pubblicità verso motori di ricerca e social network. Sussiste inoltre il pericolo che attraverso questa unione gli altri media, sia print sia online, facciano ancora più fatica a generare il denaro promozionale per il finanziamento delle proprie prestazione pubblicistiche. Con ciò la pluralità della stampa finisce ancor più sotto pressione, dal momento che la torta della pubblicità da spartire difficilmente aumenterà di volume.

Dall’altro lato i partner di questa coalizione devono fin da ora prevedere di reinvestire gli introiti per rafforzare la qualità del prodotto giornalistico e la pluralità dell’informazione senza dimenticare la qualità delle condizioni di lavoro. Sia in Parlamento che nelle commissioni preposte si dovrebbe cominciare a pensare a come applicare una tassa su questi introiti pubblicitari delle aziende mediatiche e dei distributori come Google. O ad altri tipi di imposte che permettano poi di sostenere il settore.

In ogni caso la notizia di questa unione proprio non è andata giù agli altri editori di Schweizer Medien, e in particolare al gruppo Tamedia, che si sono ritrovati già l’indomani per un incontro ai vertici. Il risultato però sono state le dimissioni immediate di Ringier dall’associazione mantello. Si tratta di un colpo clamoroso che di fatto rende l’associazione degli editori decisamente poco rappresentativa. Il presidente dell’associazione, l’ormai vetusto seppur inossidabile Hanspeter Lebrument descrive la situazione come grave. L’assenza di Ringier si noterà anche all’annuale congresso degli editori previsto a settembre, dove l’anno scorso Lebrument con la sua solita tracotanza aveva offeso e attaccato il partenariato sociale. (syndicom /bb)

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