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Flash mob: passeggini di protesta contro la Posta

Questa mattina alle ore 11:30 syndicom, in collaborazione con il gruppo donne USS Ticino, ha organizzato un flash mob davanti all’ufficio postale di Lugano 1

© Giovann Valerio

Una ventina di mamme, donne, lavoratrici si sono radunate davanti all’ufficio postale di Lugano per denunciare la politica intrapresa della Posta che non rispetta il suo mandato pubblico e non mette in atto misure per conciliare famiglia e lavoro. Come simbolo della protesta sono stati utilizzati una ventina di passeggini che hanno colorato la piazza.

 

Il caso più eclatante è quello del controverso licenziamento della postina, mamma di una bambina di due anni e rappresentante di personale che ha lottato per avere un impiego corretto.

«La Posta impiega sempre più personale a tempo parziale per avere maggiore flessibilità nella pianificazione del lavoro e allo stesso tempo risparmiare sugli stipendi», spiega Marco Forte, responsabile syndicom, nel suo intervento. «Molto spesso i tempi parziali vengono impiegati abusivamente per molte più ore rispetto alla propria percentuale. La Posta è a conoscenza di questa situazione eppure non fa nulla per modificarla».

La Posta crea sempre più precariato, i postini vengono impiegati a tempo parziale (anche se spesso vorrebbero percentuali maggiori di impiego) e fanno fatica a arrivare a fine mese perché il loro stipendio è proporzionale alla percentuale lavorativa decisa dalla Posta.
A causa dell’obbligo di restare a disposizione per molte più ore, i postini non riescono a trovare un secondo impiego oppure a conciliare lavoro e famiglia.

 


«Il problema riguarda tutto il mondo del lavoro, anche se la Posta, come azienda pubblica, dovrebbe essere all’avanguardia per conciliare lavoro e vita familiare», ha denunciato Chiara Landi, presidente del gruppo USS donne. «Tutti i licenziamenti abusivi con cui siamo confrontati si scontrano con la legge che ha una falla perché non prevede il reintegro al lavoro. Proprio questa è una delle ragioni per cui le donne non denunciano i licenziamenti abusivi. anche altri tipi di discriminazione. La procedura giuridica è lunga, le vittime subiscono un forte stress psicologico e per questo dicono che non ne vale la pena. Questo flash mob è importante perché è il simbolo di tutte le donne che lo subiscono tutti i giorni!»

Le 885 firme della petizione finora raccolte, oltre a sostenere la postina recentemente licenziata, chiedono alla Posta di impiegare correttamente il personale a tempo parziale, consentire di conciliare famiglia e lavoro, tutelare i rappresentanti del personale e cessare le forti pressioni nei confronti dei dipendenti.

Durante l’azione sono state simbolicamente messe su un passeggino le 885 firme raccolte a sostegno della postina licenziata.
A seguito dell’istanza contro licenziamento abusivo, avanzata da syndicom nei confronti della Posta,  in data 9 giugno syndicom ha scritto una lettera aperta alla direttrice Susanne Ruoff per invitarla ad intervenire direttamente prima dell’udienza del 19 giugno.
Se necessario syndicom è pronta a portare fino a Berna il passeggino con le firme.

Infine, Marco Forte e Chiara Landi hanno ricordato l’appuntamento del 14 giugno alle 19.00, all’ex Fabbrica Benzoni di Ligornetto, per la serata evento “Non ho l’età” dedicata ai diritti delle donne nel mondo del lavoro.

 

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