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I cavalieri del cielo

Ogni giorno 26.000 aerei sorvolano l’Europa, e di questi 3.150 sono gestiti da skyguide. La redazione si è recata sul luogo di lavoro per capire meglio la posta in gioco a livello di sicurezza nei cieli e per conoscere un po’ più da vicino i lavoratori di quest’azienda. Quale partner sociale, syndicom sta negoziando proprio in questo periodo il CCL. 

Garantire una gestione sicura, fluida ed economica del traffico nello spazio aereo svizzero e nello spazio dei paesi limitrofi, ecco qual è il mandato di skyguide, un’azienda di diritto privato a scopo non lucrativo con sede a Ginevra e per il 99,9% in mano pubblica. In un anno, 1.400 persone sorvegliano oltre 1,1 milioni di voli – di cui circa 500.000 arrivi e partenze – gestiti su 14 basi, di cui anche Lugano, ma soprattutto distribuiti sui due centri di Ginevra e Kloten/Dübendorf. Siccome nei nostri cieli centro-europei c’è un denso intreccio di vie aeree, la gestione dello spazio aereo in Svizzera si presenta particolarmente complessa. Dietro ogni punto sui monitor di controllo si celano dalle 200 alle 300 persone la cui vita è in mano ai dipendenti di skyguide.

250 velivoli sorvegliati in simultanea

Per entrare a skyguide bisogna avere tutte le carte in regola. Come per una cipolla, ci sono diversi strati – garitte, portelli, e poi la presentazione di un badge – per raggiungere finalmente il cuore: le sale macchine e di controllo. L’esempio di pirateria informatica che a fine giugno ha paralizzato l’aeroporto di Varsavia per cinque lunghe ore dimostra la serietà delle minacce.

A Ginevra, solo una piccola parte del personale – incaricata degli atterraggi e dei decolli – lavora nella torre di controllo. La maggior parte del personale di skyguide lavora in un altro edificio, a qualche passo, e si occupa di tutto ciò che concerne il proseguimento del volo e gli aerei che attraversano la Svizzera senza farci scalo.

Daniel Ferretti, rappresentante della sezione controllo aereo e membro di syndicom, ci fa da guida in questi luoghi che egli conosce come le sue tasche. Nel seminterrato si trovano delle infrastrutture per generare energia di soccorso e di climatizzazione. Il pianoterra è dedicato agli equipaggiamenti tecnici, ovvero agli oltre 60 sistemi informatici necessari per il controllo aereo e i loro sistemi ridondanti (comunicazione, navigazione, sorveglianza radar, integrazione e visualizzazione dei dati). Nelle file di server informatici lampeggiano migliaia di piccoli bottoni multicolore.

Appassionato di aviazione e d’informatica, Ferretti conosce tutti i trucchi del mestiere al quale lui è approdato ben prima dell’arrivo dei computer. «Il mio ruolo? Sapere se i 60 sistemi funzionano, e se c’è un guasto poterli commutare e riavviarli. Bisogna sapere come interagiscono tra loro tutti i sistemi ed essere in grado di dare dei buoni consigli al caposala in caso di avaria, e la cosa più difficile è stimare il tempo che ci vuole per la riparazione!». La sala di controllo, dove egli ha la sua postazione, è situata al primo piano ed essa ospita varie équipe suddivise a seconda della diversa altitudine degli aerei. «In media, ci sono dai 15 ai 25 aerei per settore. E ci sono 10 settori. Dunque Ginevra può controllare simultaneamente fino a 250 aerei con un massimo di 18 persone. E il loro lavoro è contornato da numerose reti di sicurezza tecnica» spiega Ferretti. Al secondo piano si trova l’amministrazione.

Benessere fisico e psichico

Per affrontare una tale sfida, è importante che questo personale altamente qualificato possa lavorare a delle buone condizioni. «skyguide dà molta importanza al benessere fisico e psichico dei suoi lavoratori. Delle buone condizioni di lavoro sono anche una buona motivazione per del personale al quale si chiede molto» commenta Roger Gaberell, responsabile per la comunicazione. «Mirando a questo obiettivo, noi favoriamo lo sviluppo del personale, offrendo delle condizioni di lavoro vantaggiose e promovendo la salute e forme flessibili di lavoro».

«Un recente sondaggio tra il personale evidenzia bene il nostro clima di lavoro: l’87% si dichiara soddisfatto della professione soprattutto in rapporto al contenuto lavorativo» continua Gaberell. La fluttuazione del personale (ca. 2%) è molto bassa e l’anzianità del personale si aggira mediamente sui 13 anni. Per fidelizzare i dipendenti, la cui formazione costa relativamente tanto, e per compensare il lavoro notturno e domenicale, l’azienda offre degli ottimi stipendi, del tempo di recupero dopo un servizio di picchetto, dei perfezionamenti, delle possibilità di fare carriera e una buona cassa pensione. «Inoltre difendiamo una cultura aperta. Se una persona non sta bene, se ha fatto un errore o vuole riferire di altri problemi, essa può chiedere un colloquio senza alcun timore. Ci prenderemo a cuore la questione senza che quella persona debba temere per il proprio posto» ci tiene a precisare Gaberell.

Skyguide ci tiene molto al partenariato sociale. Lo testimoniano i frequenti incontri con i sindacati, specialmente in seno alle commissioni CCL. «C’è un’ottima intesa con syndicom» sottolinea Roger Gaberell. Ferretti conferma che i negoziati per il rinnovo del CCL per marzo 2016 si stanno svolgendo in un clima molto costruttivo. «Skyguide è un buon datore di lavoro, grazie anche al lavoro e alla collaborazione con syndicom. È importante che i nostri dipendenti si appoggino ad un partner sociale così affidabile» ribadisce Gaberell.

Nubi nere all’orizzonte

Tuttavia la sorveglianza aerea svizzera potrebbe dover affrontare grosse sfide ovvero subire dei forti scossoni nei prossimi anni a causa del concetto di «Cielo unico europeo» al quale la Svizzera e skyguide sono associati mediante gli accordi bilaterali. La Commissione europea vuole ottimizzare il traffico aereo in Europa per renderlo più efficace, più sicuro e meno nocivo per l’ambiente. Dal 2006, la Svizzera partecipa al progetto FABEC, che riunisce sei Stati (Germania, Belgio, Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi e Svizzera) per creare un blocco funzionale di spazio aereo comune e soddisfare le esigenze del Cielo unico europeo. Per Daniel Ferretti, si tratta di una «pura logica finanziaria che non ha niente a che vedere con l’aviazione». I criteri di performance applicabili al secondo periodo (dal 2015 al 2019), ancora in corso di trattativa, hanno suscitato dei dibattiti accesi in tutt’Europa. «Le trattative del CCL dovranno tenere conto di queste norme europee di abbassamento dei costi quando oggi abbiamo dei salari che aumentano automaticamente e indipendentemente dall’evoluzione economica» avvisa Roger Gaberell. «Insieme ai partner sociali troveremo soluzioni soddisfacenti per tutti» assicura.

Tutto questo potrebbe passare attraverso l’introduzione di un centro virtuale (Virtual Centre) che mira ad armonizzare e a modernizzare gli strumenti e i metodi di lavoro tra Ginevra e Zurigo. «La fusione virtuale e graduale di queste due basi permetterà soprattutto di migliorare la sicurezza, la flessibilità e la produttività del controllo aereo» informa Gaberell. Questo comporterà dei risparmi ma anche degli investimenti. «Questi risparmi arriveranno soltanto a lungo termine, perché all’inizio bisognerà raggiungere una complessità enorme per ottenere l’interoperabilità dei due centri e servirà più personale per realizzarla e mantenerla» aggiunge il Ferretti. «Questo fornisce uno splendido obiettivo a tutto il personale ed evita una guerra tra Ginevra e Zurigo. È un progetto comune. Per la vita dell’azienda, indipendentemente dai costi» sorvola. Come anche indipendentemente dalla conclusione di un buon CCL, mi permetterei di aggiungere.

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