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Iniziativa popolare «A favore del servizio publico»: Buone domande, cattive risposte?

Martedì 6 marzo, un comitato sostenuto da diversi giornali che difendono gli interessi dei consumatori ha presentato ai media l’inizi ativa popolare federale «A favore del servizio pubblico» illustrando i motivi che ne sono alla base. Il comitato avrà tempo fino al mese di agosto del 2013 per raccogliere almeno 100.000 firme.

Gli obiettivi dei fautori dell’iniziativa sono lodevoli in quanto mirano a «garantire un servizio pubblico di qualità». Al centro di questo progetto di modifica della Costituzione vi sono aziende quali la Posta, Swisscom e le FFS. Lanciando questa iniziativa, gli iniziatori affermano di voler reagire allo scontento mostrato dagli utenti dei servizi pubblici che negli ultimi tempi hanno dovuto subire numerosi aumenti delle tariffe.

 

syndicom comprende le motivazioni dei fautori dell’iniziativa e le condivide. Ma si domanda anche quali potrebbero essere le conseguenze di una rigida applicazione di questa iniziativa. Quali sarebbero le conseguenze dell’iniziativa sulle finanze della Confederazione? Quali sarebbero le ripercussioni sulla qualità del servizio pubblico? L’accoglimento dell’iniziativa non rischierebbe di aumentare la pressione sui salari e sulle condizioni di lavoro del personale delle aziende interessate? E infine, questa iniziativa non potrebbe servire da pretesto ideale per spingere a una privatizzazione progressiva delle unità più redditizie di queste ex aziende federali e a lasciare che sia lo Stato – e quindi i contribuenti! – a finanziare da solo le aziende che svolgono questi compiti del servizio pubblico?

 

Per tutti questi motivi, syndicom accoglie con riserva questa iniziativa e si chiede se non esistano dei mezzi più efficaci per difendere gli interessi degli utenti del servizio pubblico come anche dei dipendenti che ne garantiscono il buon funzionamento.


Mohamed Hamdaoui

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