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L'AD del Viscom disdice il CCL dell'industria grafica

I sindacati lotteranno contro la distruzione volontaria di posti di lavoro

In data odierna l’associazione di settore dell’industria grafica Viscom ha disdetto il contratto collettivo di lavoro (CCL) per la fine del 2015 e ha chiesto un prolungamento dell’orario normale di lavoro da 40 a 44 ore ed un’ulteriore riduzione delle indennità notturne. I sindacati syndicom e Syna rifiutano questo programma di distruzione degli impieghi e chiedono un modello di prepensionamento e l’obbligatorietà generale del CCL.


Sono tempi troppo duri per mettere a rischio il partenariato sociale, questa l’opinione dei sindacati  syndicom e Syna. Ecco perché hanno ricevuto i delegati di Viscom a Zurigo offrendo buoni argomenti a favore di un CCL che possa rafforzare il settore. Purtroppo queste argomentazioni hanno trovato solo orecchi da mercante, ed è evidente che Viscom sta cercando lo scontro.


Due anni fa i sindacati hanno teso la mano a Viscom acconsentendo di introdurre nelle aziende in difficoltà a causa della concorrenza internazionale la settimana delle 42 ore, a certe condizioni. Allo stesso modo le cosiddette tipografie commerciali hanno potuto abbassare le indennità per il lavoro notturno. Ma un ulteriore prolungamento dell’orario di lavoro, come richiesto da Viscom, porterebbe direttamente ad uno smantellamento di altri posti di lavoro – e da parte sindacale si ritiene questa richiesta una pura provocazione.

 

Ancora più inammissibile è qualsiasi innalzamento dell’orario di lavoro settimanale nelle tipografie di giornale, dove la concorrenza è di natura puramente nazionale e dove continuano ad essere registrati utili molto alti anche dopo un confronto con l’estero. Un modo per calmare la situazione sarebbe ottenere finalmente la dichiarazione di obbligatorietà generale del CCL, tra l’altro concordata contrattualmente nel 2013, che rimetterebbe sullo stesso livello tutte le aziende tipografiche della Svizzera. Per motivi inspiegabili Viscom da ben due anni sta indugiando a inoltrare la relativa domanda presso il Consiglio federale.


Nella sua campagna «Printed in Switzerland» Viscom fa appello a non far stampare all’estero e a sostenere invece l’economia svizzera. Noi sosteniamo pienamente questa campagna. Tuttavia «Printed in Switzerland» ha senso soltanto se nell’industria grafica svizzera è in vigore un CCL con obbligatorietà generale che non ammetta il dumping sociale. syndicom e Syna hanno invitato dunque i delegati di Viscom a prolungare il CCL 2013.

 

Noi il no di Viscom a questa unica soluzione ragionevole lo abbiamo sentito forte e chiaro. Con l’obbligatorietà generale del CCL e un modello di pensionamento anticipato a partire da 63/62 anni i sindacati presentano soluzioni che affrontano i problemi attraverso il partenariato sociale. Ma è chiaro che i sindacati useranno ogni mezzo per combattere lo smantellamento del CCL. Non ammetteremo mai che le condizioni di lavoro vengano peggiorate a tal punto da raggiungere quelle in vigore presso la concorrenza internazionale tipo Europa dell’Est o Cina.

 

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