L’origine della digitalizzazione è femmina. Dunque va impostata
Congresso syndicom delle donne 2017
Non ce lo dimentichiamo: la logica della digitalizzazione nasce femmina. Essa infatti si basa sulla scheda perforata, che è entrata in uso attorno al 1800 negli stabilimenti tessili. Così nacquero le prime etichette di memoria digitali. E non va dimenticata nemmeno la matematica britannica Ada Lovelace, che cent’anni prima della computerizzazione ha sviluppato il primo linguaggio complesso di programmazione, al cui lavoro hanno poi fatto riferimento sempre due donne, Grace Hopper e Jean Bartik.
„Amazing Grace“, come veniva chiamata Grace Hopper, ha avuto l’idea di redigere i programmi di computer in un linguaggio comprensibile e non solo con degli uni e degli zeri. Anche per questo un po’ di tempo dopo fu onorata con il premio „Man of the Year“ dalla corporazione dei programmatori. Jean Bartik invece faceva parte delle donne „ENIAC“. Insieme alle sue cinque alleate ha sviluppato, per il militare US, il primo calcolatore universale elettronico, con il quale si sarebbe potuto calcolare la traiettoria di dei proiettili militari.
La sua prestazione le è stata riconosciuta soltanto alcuni decenni dopo, quando non aveva più trovato nessun impiego nel settore IT ed era dunque stata costretta a lavorare come mediatrice. Regula Stämpfli ha ricordato alle donne partecipanti alla conferenza questa storia femminile della digitalizzazione, a gran voce e con grande passione, e allo stesso tempo ha dovuto constatare: „Malgrado anche la quarta rivoluzione tecnologica, ovvero la digitalizzazione, sia stata resa possibile e sviluppata dal basso, dalle donne, essa serve gli interessi dei ceti al potere, di netta dominanza maschile. Essi sfruttano le nuove tecnologie per assoggettare la natura e le donne.“
Min Li Marti, la seconda referente alla conferenza syndicom delle donne, ha portato avanti questo pensiero. Ancora negli `70 molte donne si dedicavano alle professioni tecniche. Oggi invece queste professioni del futuro, tecniche, dove nascono impieghi ben retribuiti, vengono occupati soprattutto da studenti maschi. Ma questo ha ben poco a che fare con predeterminazione genetica o inclinazione naturale. E per riconoscerlo non c’è bisogno di analizzare la storia. Basta dare uno sguardo ai paesi arabi, dove la quota delle donne nei corsi d’insegnamento IT ammonta al 50%.
Precisione, pazienza, lavorare in maniera concentrata, là sono considerate caratteristiche tipiche femminili. Facciamo un confronto con la Svizzera: qua solo circa il 12% delle donne assolve alla ETH lo studio dell’informatica (2012) e solo il 14 percento degli studenti sono donne (2016). „Che il Consiglio federale nella sua strategia sulla Svizzera digitale si limiti soprattutto a non fare nulla, dal punto di vista delle donne costituisce un chiaro regresso“, ha criticato la consigliera nazionale PS nel suo intervento sulla politica confederale.
„Invece d’intervenire con delle correzioni, il Consiglio federale vorrebbe soltanto deregolamentare quà e là“, ha ribadito, facendo notare che con le misure giuste la distribuzione dei sessi nelle professioni IT potrebbe essere impostata in maniera assai più equilibrata. Questo non sarebbe importante soltanto per le donne, ma per l’economia nel suo complesso, che com`è noto dipende urgentemente da nuove leve IT.
Patrizia Mordini, responsabile per le pari opportunità a syndicom, ha moderato il dibattito susseguente. Accanto alla parità salariale, al centro della discussione c’era soprattutto il perfezionamento e la sua crescente importanza nel contesto della digitalizzazione. E proprio qui si cela una discriminazione nascosta delle donne. Dai rilevamenti dell’Ufficio federale di statistica emerge che gli uomini approfittano molto di più del perfezionamento sussidiato dai datori di lavoro. Dunque pare giusta la rivendicazione di incentivare il perfezionamento delle donne.
Tuttavia Patrizia Mordini fa notare che servono soluzioni intelligenti: «Accanto al carico multiplo tra attività lavorativa, assistenza e lavori domestici, le donne sono confrontate anche con un’aumentata aspettativa di perfezionamento e raggiungibilità continue.» Dunque non basta affatto chiedere soltanto più perfezionamento.
Film consigliato sull’argomento
Attualmente i cinema svizzeri propongono il film „Hidden Figures“. Il film racconta la storia di un gruppo di donne nere che ha dato un contributo decisivo alla Nasa affinché gli USA vincessero la gara di arrivare sulla luna.