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«Lottare per la libertà di vivere»

Di questo è convinta anche Ana Pandey, 36 anni, serba e insegnante di inglese. Jodi, questo il suo soprannome, si definisce una femminista lesbica radicale, è attiva nella lotta contro ogni forma di violenza sulle donne a Belgrado e da diversi anni appartiene alle Donne in nero.

“In tutti gli ambiti le donne si trovano in fondo alla scala di potere, se parliamo di lavoro le donne sono doppiamente marginalizzate, se parliamo di migrazione le donne sono doppiamente discriminate, per non parlare delle guerre, dove subiscono terribili violazioni solo per il fatto di essere donne. In Kurdistan, le donne sono violentate, uccise e rapite da decenni, e la loro più grande battaglia è fermare tutto ciò. Le esistenze delle donne sono diverse in ogni Paese, tuttavia esiste una lotta comune che cerca di contrastare ogni forma di oppressione legata a questo sistema capitalista e patriarcale. Credo che ascoltandoci a vicenda, discutendo, scambiandoci esperienze e rafforzandoci l’un l’altra sia possibile valorizzare ogni singola lotta”.

L’esperienza più significativa di questa carovana?

La tappa in Kurdistan e quello che hanno significato la nostra presenza e il nostro supporto per le donne di quel luogo. Ciò che per noi equivale a un piccolo segnale di solidarietà per loro è qualcosa di enorme; grazie a un piccolo gesto capiscono di non essere sole e sanno che qualcuno pensa alla loro situazione, tutto questo dà loro ancora più forza per continuare nella loro lotta per la libertà di vivere.

A questo punto non ci resta che continuare a camminare finché tutte le donne non saranno libere…

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