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No allo smantellamento della Posta

Proposta del Consiglio federale in merito alla privatizzazione di PostFinance SA

Il Consiglio federale propone al Parlamento una privatizzazione di PostFinance SA. Quest’idea rappresenta un pericolo per il servizio pubblico svizzero. La proposta del Consiglio federale equivale a un rifiuto della prestazione lavorativa. syndicom vuole opporsi con tutti i mezzi, in ultima istanza anche con un referendum.

La proposta di privatizzazione è un vano tentativo di liberarsi della discussione sulla garanzia dello Stato per PostFinance e sull’abolizione del divieto di credito e di ipoteca. Così facendo una garanzia sul capitale garantirebbe a lungo termine il futuro di PostFinance. Evidentemente il Consiglio federale si oppone però a questa discussione per motivi ideologici.

Pericolo per la Svizzera: tariffe più alte a fronte di un servizio peggiore

PostFinance è indispensabile per garantire a tutte le aziende e a tutte le persone in Svizzera di accedere ai pagamenti e partecipare così alla vita economica. Se PostFinance dovesse essere privatizzata, la politica non potrà più garantirlo. Clienti meno redditizi dovranno prevedere di non poter più accedere a diversi servizi oppure di poterlo fare solo a fronte di tariffe elevate. Già ora le banche non prendono più in considerazione da tempo tutti i clienti, bensì mandano le persone con basse prospettive di reddito a PostFinance. Con la soppressione di PostFinance la spirale di tasse potrebbe intensificarsi.

Pericolo per tutta la Posta

Per garantire il servizio universale, il gruppo della Posta necessita di operazioni diversificate. Se con PostFinance viene privatizzata una delle parti lucrative, il servizio universale viene compromesso nel suo complesso. Di questo ne risentirebbe in particolare la delicata rete logistica della Svizzera. Le perdite del gruppo della Posta comporterebbero un peggioramento delle condizioni di lavoro. Ancora nella procedura di consultazione della scorsa estate persino il Consiglio federale aveva osservato: «Un simile passo comporterebbe l’abolizione dell’art. 14 comma 2 della LOP e non sarebbe conciliabile con le vigenti normative dei mandati di servizio universale della Posta risp. PostFinance in particolare in materia di pagamenti.» Come il Consiglio federale giunga ora alla posizione contraria mettendo deliberatamente in pericolo il servizio universale, è pura negligenza proprio in considerazione delle esperienze degli ultimi mesi.

Pericolo per il personale

A partire dal 1° gennaio 2021 entrerà in vigore il nuovo contratto collettivo di lavoro di PostFinance. I dipendenti potranno contare sulle più avanzate condizioni di lavoro nel settore bancario. Questioni relative a separazione di lavoro e tempo libero, sconfinamento del lavoro, sicurezza sul posto di lavoro e perfezionamento diventano anche nel settore bancario dei temi sempre più importanti che hanno subito dei miglioramenti nel nuovo CCL. Con una privatizzazione queste condizioni di lavoro vengono messe gravemente a rischio.

Strada inadeguata

L’intera privatizzazione di PostFinance riuscirebbe difficilmente a raccogliere una maggioranza. E anche se il Parlamento dovesse consentirlo, la prospettiva di tariffe aumentate e servizi limitati indurrà i 2.4 milioni di clienti di PostFinance, così come tutta la popolazione svizzera, a dire «no». Poiché uno smantellamento del gruppo della Posta comporterebbe un deterioramento dei servizi postali. Di conseguenza syndicom è fiduciosa di vincere un eventuale referendum. Con questa strategia il Consiglio federale rischia di perdere del tempo prezioso. syndicom farà pertanto di tutto per far sì che sarà già il Parlamento a richiedere delle nuove proposte.

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