Nullaosta politico allo spionaggio sul web
Durante la sessione estiva, il Parlamento ha esaminato due leggi relative alla sorveglianza. La Legge sulle attività informative (LAIn) costituisce la base giuridica del Servizio delle attività informative della Confederazione (SIC). Con 37 voti contro 2 e tre astenuti, l’11 giugno il Consiglio degli Stati ha accettato di accordare più mezzi, già non trascurabili, di investigazione e antiterrorismo. Se la sicurezza interna o esterna dovesse essere considerata in pericolo o dovessero essere minacciati importanti interessi nazionali, il SIC potrà sorvegliare comunicazioni (posta, telefono, posta elettronica), localizzare persone, posizionare microfoni in luoghi privati o ancora installare “cavalli di Troia” nei computer considerati sospetti (art. 25) e anche utilizzare dei droni.
Il SIC potrà incaricare il servizio responsabile dell’esplorazione della rete cablata di registrare i segnali trasmessi attraverso la rete filare che attraversa la Svizzera (art. 38). Ciò che la legge ribattezza allegramente “esplorazione della rete cablata” altro non è che la massiccia sorveglianza di tutte le comunicazioni elettroniche (contenuto integrale delle comunicazioni elettroniche come le e-mail, le ricerche o la telefonia via Internet). Il SIC ottiene così il potere di mettere preventivamente sotto sorveglianza tutta la comunicazione elettronica poiché oggi tutte le comunicazioni elettroniche varcano le frontiere.
Il 17 giugno, per controbilanciare questa estensione di mezzi, gli Stati hanno anche accettato la creazione di un’autorità di sorveglianza indipendente operante in coordinamento con la delegazione parlamentare incaricata dal SIC. La sinistra è divisa su questa legge. «Noi sacrifichiamo la libertà sull’altare della sicurezza e, a dispetto della questione delle schede e delle rivelazioni di Snowden, andiamo verso dei servizi delle attività informative che sorvegliano tutto come la NSA» afferma Paul Rechsteiner (PS/SG). Un altro partito della sinistra, che ha discretamente modificato il testo in commissione, ritiene che il progetto sia equilibrato. Il Nazionale esaminerà presto le restanti divergenze. Potrebbe essere lanciato un referendum.
Il 17 giugno anche il Consiglio nazionale si è pronunciato sulla revisione della Legge sulla sorveglianza della corrispondenza postale e del traffico delle telecomunicazioni (LSCPT). Con 104 voti contro 80, ha seguito il Consiglio degli Stati e accettato di prolungare il periodo di conservazione delle informazioni postali, telefoniche e Internet da sei a dodici mesi. Con 115 voti contro 31 e 35 astenuti i deputati hanno approvato che software spioni detti “Government software” (GovWare) e IMSI-catcher possano essere utilizzati nell’ambito di procedure penali. Temendo, nonostante la presenza di alcune protezioni, l’attuazione di uno Stato ficcanaso, i Verdi, sostenuti da una parte dei socialisti e qualche UDC hanno tentato invano di opporsi alla legge. La Camera del popolo ha deciso che i dati telefonici e Internet debbano essere obbligatoriamente conservati in Svizzera.
L’oggetto viene rimesso al Consiglio degli Stati. (red)