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Nuove strategie per tagliare sul personale

La nuova strategia aziendale della Posta mira a sopprimere posti di lavoro in base ai risultati di vendita. A metà marzo, all’ufficio postale di Chiasso 1, un collaboratore è stato il primo in Ticino a subire gli effetti di questa nuova politica. syndicom condanna il modo di agire della Posta che, non soddisfatta di chiudere centinaia di uffici postali, utilizza ormai qualsiasi motivo per risparmiare tagliando sul personale.


Da quest’anno i dipendenti degli uffici postali devono convivere con la produttività di vendita. Vale a dire che per ogni ufficio postale la Posta ha definito il numero di lavoratori che devono essere impiegati in base alla quantità di prodotti venduti (abbonamenti telefonici, cartoleria, biglietti della lotteria eccetera). Il messaggio che questa nuova politica vuole dare al proprio personale è molto chiaro: se non vendete dovremo sopprimere posti di lavoro.

Si tratta di una forte pressione nei confronti del personale che sta già attraversando un momento molto difficile legato all’incertezza creata dopo l’annuncio della chiusura di 500-600 uffici postali in tutta la Svizzera di cui 32 (più 46 sotto esame) solo in Ticino.

Disinteresse per i lavoratori

Purtroppo a metà marzo all’ufficio postale di Chiasso 1 si è passati dalle parole ai fatti. A un collaboratore di 46 anni, che lavora in Posta da oltre 25 anni, è stato presentato il piano sociale poiché è stato soppresso il suo posto di lavoro. La giustificazione principale di questa misura è legata appunto al calo delle vendite dell’ufficio postale. Il dipendente ha fatto tutta la carriera professionale presso la Posta e avrà difficoltà a trovare un altro impiego. Questo è il trattamento che la Posta riserva ai suoi fedeli collaboratori.

Con questa nuova strategia la Posta sta ancora una volta dimostrando un totale disinteresse nei confronti dei propri dipendenti: invece di trovare delle soluzioni lavorative per chi è toccato dalla chiusura degli uffici postali, implementa nuove strategie per tagliare ulteriormente i posti di lavoro, rendendo di fatto impossibile un reimpiego all’interno dell’azienda.

Senza futuro

Per quei pochi collaboratori recentemente reimpiegati, la Posta molto spesso ha di fatto imposto un decurtamento del salario che va dal 10 al 20%, raggirando di fatto il Contratto Collettivo di Lavoro e il piano sociale. Inoltre, alla maggior parte degli apprendisti che concluderanno quest’anno gli studi, la Posta ha già annunciato che non potrà garantire un futuro professionale.

La situazione per i dipendenti degli uffici postali è sempre più drammatica. E questo è solo l’inizio. La Posta si giustifica spiegando che queste ristrutturazioni sono legate alla volontà politica di fare utili. A questo punto ci domandiamo quali siano i politici che sostengono questa politica antisociale. E se rappresentano ancora la volontà popolare. (red)

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