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Occorre agire subito

Le reazioni di molti corrieri del servizio pacchi della Posta rispetto al nuovo calcolo dell’orario di lavoro (AZB) spaziano dal critico all’infuriato. «Ogni giorno svolgo ore di lavoro non retribuite» e «siamo tornati alla schiavitù» sono due delle affermazioni raccolte nell’ambito di un’indagine condotta da syndicom. Alla luce dei risultati emersi, la Posta si è già dichiarata pronta a ridiscutere il calcolo dell’orario di lavoro con le parti sociali e i postini.

 

Al sondaggio hanno partecipato 579 dei 1’600 corrieri. Già dall’elevata partecipazione si evince quanto sia sentita l’esigenza di discutere del calcolo dell’orario di lavoro. I risultati del sondaggio sono sconfortanti e dimostrano la necessità di un intervento urgente da parte di PostLogistics.

Lavoro gratuito

Una grande maggioranza, il 62,9%, sostiene che nel proprio caso le ore di lavoro registrate non corrispondono affatto alla realtà, o la rispecchiano solo parzialmente. Questo fenomeno ha spiegazioni ben precise. Il tempo che i corrieri hanno a disposizione per la consegna dei pacchi è stabilito al secondo, tuttavia tale tempo è in molti casi insufficiente. Molti corrieri lavorano sotto un enorme carico di stress che non fa altro che aumentare. Chi impiega più tempo viene classificato come troppo lento. Da qui la tendenza a non registrare il tempo lavorativo supplementare... Talvolta le ore non retri-
buite accumulate durante la settimana sono svariate.

Orario ridotto

«L’AZB è lavoro a cottimo» (indagine sull’orario di lavoro condotta da syndicom nel 2016).

Il lavoro non retribuito non è l’unico problema. Se durante un giro le consegne sono meno di quelle pianificate, il tempo di lavoro a disposizione viene dimi-
nuito in misura corrispondente e l’orario di lavoro dei corrieri viene ridotto. Questo significa una sola cosa: la Posta scarica una determinata parte del rischio imprenditoriale sui propri dipendenti. Il problema è avvertito da oltre la metà dei partecipanti all’indagine. Dall’altra parte i lavoratori più rapidi non traggono vantaggio dalle loro buone prestazioni, ma anzi registrano meno ore di lavoro.

Poca chiarezza

«Da quando il sistema è stato introdotto non ho più una visione d’insieme e quindi non sono in grado di verificare se tutto è corretto» (indagine sull’orario di lavoro condotta da syndicom nel 2016).

Appena un quarto dei partecipanti dichiara di essere in grado di intervenire nel caso in cui ravvisino errori nelle ore di lavoro calcolate. Uno dei motivi è che per oltre il 60% dei partecipanti il sistema non è chiaro, da qui la necessità, molto sentita, di maggiore trasparenza e ulteriori spiegazioni da parte dei superiori.

in contraddizione con l’idea di pubblico servizio

«Se un cliente ci intrattiene un po’ più a lungo siamo praticamente costretti a premere il pulsante “pausa” sullo scanner. E l’attenzione alla clientela?» (indagine sull’orario di lavoro condotta da syndicom del 2016).

Se ai corrieri viene messa fretta a risentirne è anche il servizio prestato ai clienti. Nel ricevere un pacco accade spesso di notare che il corriere sta già compilando la ricevuta. Il destinatario che non è abbastanza veloce ad aprire la porta, sulla soglia non troverà altro che la ricevuta e potrà ritirare il pacco solo il giorno successivo all’ufficio postale, un comportamento in aperta contraddizione con l’idea di pubblico servizio.

Lanciata una petizione

«Sarebbe ora di porre fine a questa carneficina e a questo furto di ore!» (indagine sull’orario di lavoro condotta da syndicom nel 2016).

Al fine di esercitare ulteriori pressioni sulla Posta, syndicom ha lanciato una petizione. Esortiamo pertanto i membri che svolgono la professione di corriere a invitare quanti più colleghi e colleghe possibili a sottoscriverla per poterci così presentare più forti a queste trattative. La petizione chiede una registrazione dell’orario di lavoro più equa e che la Posta riveda tale sistema assieme alle parti sociali e ai propri lavoratori e lavoratrici. I membri attivi in questo settore possono contribuire attivamente al processo. In aprile e maggio sono previste manifestazioni regionali.

Chi desidera prestare un ulteriore contributo e ricevere quindi informazioni in merito alla manifestazione regionale può rivolgersi al segretario centrale competente Matteo Antonini all’indirizzo mail: matteo.antonini[at]syndicom.ch

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