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Orell Füssli Thalia dice sì al contratto collettivo di lavoro

Alla fine di gennaio la Orell-Füssli-Thalia AG (OFT) e syndicom hanno raggiunto un accordo. Il risultato delle trattative è stato approvato sia dalla commissione del personale OFT sia dall’associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV). Ben 900 collaboratori OFT vengono dunque tutelati dal contratto collettivo di lavoro per il commercio librario di lingua tedesca.

A marzo del 2013 Thalia Schweiz AG e Orell Füssli Buchhandels AG hanno reso pubblica la loro intenzione di fare una fusione. La notizia ha lasciato di stucco non solo la divisione, ma anche i 1’000 dipendenti di entrambe le imprese. Dopo lo choc iniziale i dipendenti si sono attivati (cfr. articolo a destra). Va detto che se Orell Füssli da decenni fa parte dell’associazione svizzera dei librai e degli editori (SBVV), rispettando dunque il contratto collettivo di lavoro (CCL), Thalia per anni si è sempre rifiutata di aderire a un CCL. Avviare una partnership sociale non era dunque affatto scontato. Questa incertezza era condivisa anche dalla SBVV: se la più grande azienda del commercio librario non fosse diventata suo membro, l’SBVV ne sarebbe uscita enormemente indebolita.

Tutti vogliono un CCL...

L’estate scorsa il consiglio d’amministrazione di OFT ha reagito, dichiarando al personale e ai media di essere, in linea di massima, a favore di un CCL. Restava dunque da decidere sul tipo di CCL da adottare. Questa dichiarazione ha aperto la strada ai negoziati. La commissione paritetica SBVV/syndicom ha incontrato OFT e insieme hanno raggiunto l’accordo, su proposta di syndicom, di non negoziare il CCL ma soltanto gli accordi aggiuntivi per le grandi aziende. Con il consenso della rappresentanza dei lavoratori, accordi di questo tipo ammettono delle soluzioni speciali per le esigenze delle imprese di grandi dimensioni, che talvolta si differenziano da quelle delle piccole librerie.

... ma non allo stesso prezzo

syndicom sapeva quali normative voleva cambiare OFT. Orell Füssli già nel 2012 aveva chiesto di prolungare l’orario di lavoro settimanale e di abolire il salario minimo per il 4° anno di pratica. Fin da subito syndicom si era rifiutata dal momento che Orell Füssli non esauriva il CCL (40 ore) con un orario di lavoro settimanale di 38,5 ore e visto che soltanto attraverso il salario minimo del 4° anno di pratica veniva garantito il necessario aumento di stipendio. E quest’ultima faccenda costituiva anche il motivo principale per cui Thalia non voleva aderire al CCL: Thalia non pagava questo salario minimo, perché le avrebbe aumentato notevolmente la massa salariale.

Un buon compromesso

Nonostante gli scrupoli di syndicom ad aumentare l’orario settimanale di lavoro, che attualmente è fissato a 38,5 ore in entrambe le aziende, OFT ha insistito su questo punto. Ecco perché ora esiste la possibilità di portare l’orario settimanale di lavoro a un massimo di 41 ore. In cambio i dipendenti ricevono tre giorni aggiuntivi di ferie e un aumento dei salari minimi (vedi riquadro). Il salario minimo del 4° anno di pratica può essere abolito se viene introdotto un modello di fasce salariali. Inoltre il risultato delle trattative contiene importanti estensioni del campo d’ applicazione: il CCL ora tutela interi gruppi che prima non conoscevano un salario minimo e che erano tutelati solo in maniera poco vincolante o nient’affatto, come gli apprendisti.

Verso l’armonizzazione

In occasione della sua prima riunione, la rappresentanza dei collaboratori (abbreviazione tedesca: MAV) ha esaminato gli accordi aggiuntivi e ha firmato un accordo con il CD che con questo s’impegna ad aprire il dibattito sulle future condizioni d’assunzione su questa base. Con il proprio consenso la MAV ha reso possibile il sì al CCL di OFT. Nei prossimi mesi un nucleo ristretto MAV, una specie di task force, fisserà le condizioni d’impiego nel dialogo con il CD ed è previsto che il CCL entri in vigore il 1° gennaio 2015.

Danièle Lenzin è stata co-presidente di syndicom.

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