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Per un servizio pubblico forte

Con entusiasmo, Pierre-Yves Maillard anticipa uno dei temi centrali della prossima assemblea USS a maggio 2020. E auspica una convergenza tra i movimenti, la società civile e i sindacati.

«Finalmente qualcuno che parla chiaro, diretto, senza paroloni!»: a esprimere tutta la soddisfazione, per primo, è l’interprete che ha tradotto (dal francese all’italiano) l’incontro con Pierre-Yves Maillard a Bellinzona a metà novembre. L’occasione era la seconda «giornata di riflessione» dell’Unione Sindacale Svizzera (USS) Ticino e Moesa. Da qualche mese, su impulso del presidente Graziano Pestoni, la sezione cantonale organizza una serie di incontri per trovare sinergie tra i sindacati affiliati coinvolgendo la base, i lavoratori, i membri dei comitati. I diversi gruppi di lavoro (comunicazione, servizio pubblico, AVS, donne) hanno approfittato così dell’energia, della chiarezza comunicativa, dell’entusiasmo del neopresidente USS, per una conferenza che si è subito trasformata in una sorta di intervista a tutto campo. Si è parlato dell’accordo-quadro con l’Unione Europea, della situazione della SSR dopo il referendum No Billag, dello sciopero delle donne, del dumping salariale e dell’iniziativa UDC contro la libera circolazione. E della Posta.

Opporsi alle privatizzazioni
Lo scorso anno, la sezione USS Ticino e Moesa ha proposto il lancio di tre iniziative popolari per il ripristino delle regie federali. Si potrebbe iniziare con quella sulla Posta. Il tema è molto sentito presso la popolazione e anche tra i giovani, come testimoniano le centinaia di firme raccolte recentemente dai Giovani Comunisti del Ticino. Pure in Europa soffia il vento per una rinazionalizzazione dei servizi pubblici, come testimonia anche lo studio di Graziano Pestoni dedicato alla privatizzazione della Posta, edito da syndicom. «Quello del servizio pubblico sarà il tema della prossima assemblea dei delegati USS a fine maggio», ha affermato Maillard. «Abbiamo lasciato le aziende in mano a un management che ha ragionato in termini di produttività e redditività, senza pensare al servizio pubblico. Alla Posta c’è una pratica contabile non controllata: l’intento è di mostrare un settore in perdita piuttosto che un altro, per legittimare la chiusura degli uffici postali. Lo stesso sta accadendo alle FFS. Il rischio delle privatizzazioni è molto alto, anche nell’energia, nella sanità, nei servizi finanziari. L’iniziativa, se approvata dal congresso USS, dovrà però avere un testo circoscritto, perché abbia effetti concreti. In passato, abbiamo votato per la medicina complementare e i medici di famiglia, eppure cos’è cambiato?».

Il sindacato è di chi lo fa
Essenziale, per il successo dell’azione sindacale, è anche la convergenza con associazioni di cittadini, di consumatori, con i movimenti. «Basta vedere cosa è successo il 14 giugno: una mobilitazione mai vista negli ultimi 30 anni!», ha esclamato Maillard. «Bisogna far capire alla gente che un solo giorno nelle piazze non basta. Per cambiare, dobbiamo organizzarci, solo organizzando le lotte si diventa forti. Se dicono che nei sindacati ci sono poche donne e pochi giovani, si uniscano a noi per cambiarlo. Sono i membri che fanno il sindacato! Spero che in futuro ci sia sempre maggiore convergenza tra movimenti e sindacati. Tra vent’anni dovremo affrontare uno shock demografico, con una popolazione sempre più anziana. Per questo saranno necessarie nuove prestazioni, che porteranno centomila nuovi posti di lavoro. E per l’emergenza climatica dovremo sviluppare la mobilità collettiva e cambiare sistema produttivo. Per tutto questo, ci vorrà un finanziamento pubblico e la garanzia di un servizio pubblico forte: è questa la nuova economia!».
 

Giovanni Valerio, redattore syndicom rivista

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