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Prestazioni complementari: chi impiega il denaro previdenziale in modo “inopportuno” può vedersi diminuire o addirittura perdere i propri diritti successivi. Da un anno percepisco un quarto di rendita correlato all’AI.

Chi percepisce una rendita AI e risiede in Svizzera ha fondamentalmente diritto a prestazioni complementari (PC) per coprire il minimo esistenziale nel caso in cui il reddito non fosse sufficiente. La richiesta può essere presentata presso il proprio Comune. Prima della decisione l’ufficio deve far luce sulle tue condizioni finanziarie e personali in modo molto dettagliato. Dal momento che convivi con tua moglie nell’ambito di un’economia domestica, i vostri redditi e le spese per le necessità familiari (affitto, cassa malati ecc.) vengono presi in considerazione complessivamente. Inoltre dovete rendere nota la vostra situazione patrimoniale. In questo senso l’ufficio cercherà di far luce con domande del tipo: esistono possibili redditi, i valori patrimoniali originariamente presenti sono già stati utilizzati, risp. impiegati, si è rinunciato a un patrimonio?

Nel caso in cui la richiesta di prestazioni complementari venisse approvata su base individuale e nel caso attuale, l’ammontare della richiesta è computato come la differenza tra gli introiti calcolabili e le spese riconosciute. Il possibile stile di vita viene limitato ai sensi di legge, e quindi le vostre spese non vengono considerate per intero.

Sul piano giuridico vengono considerati introiti calcolabili anche valori patrimoniali effettivamente inesistenti o un reddito non percepito, nello specifico se l’ufficio giunge alla conclusione che vi si abbia “rinunciato”.

Una rinuncia in questo senso sussiste, in linea generale, se si rinuncia al patrimonio intenzionalmente, senza alcun obbligo e in assenza di un’adeguata controprestazione, laddove non si impiegasse un legittimo diritto a determinati redditi o se, ad esempio in presenza di un’invalidità parziale come nel tuo caso, non sussistesse un’attività lavorativa eventualmente possibile. Un reddito ipotetico definito in questo modo, o un’ipotetica erosione della sostanza, potrebbero quindi far ridimensionare o rendere inammissibile la tua richiesta di prestazione complementare. In questo caso la cornice ideale è costituita dal principio dell’obbligo di riduzione dei danni: nessuno deve compromettere, colposamente o intenzionalmente, la propria capacità di garanzia del minimo esistenziale a scapito delle assicurazioni sociali.

Sono diversi gli elementi da considerare per capire se, nel tuo caso, sussiste la circostanza della rinuncia, andando così a ridimensionare il tuo diritto alle PC: viene riconosciuto che tu, con la tua famiglia, hai fatto affidamento sul denaro di terzi per un certo periodo di tempo? Quale importo viene ritenuto adeguato per questo lasso di tempo? Hai superato questo importo con i tuoi prestiti? Inoltre non è da escludere il fatto che ti venga riconosciuto un reddito ipotetico, poiché tu sei invalido solo nell’ambito di un quarto di rendita.

Dal momento che, come tu stesso scrivi, non dipendi attualmente da prestazioni complementari, potresti farti calcolare i tuoi diritti teorici presso un centro di consulenza come Pro Infirmis.

Ma, in ogni caso, prima di indebitarti di nuovo dovresti dapprima provare con le prestazioni complementari.

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