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Quali i limiti della satira?

Se n'è parlato nel corso dell'interessante dibattito intitolato "Che satira tira?", organizzato da syndicom Ticino e Moesano. Il noto vignettista Corrado Mordasini, tra i fondatori del giornale satirico "il Diavolo" e ora coordinatore del portale d'informazione Gas.social, ha risposto alle domande di un pubblico attento e curioso.

"La satira è un procione", afferma serioCorrado Mordasini. Il noto vignettista ticinese, fondatore del settimanale satirico “Il diavolo”, coordinatore delportale di controinformazione GAS Social, continua e spiega: “la satira èun animale selvatico. Se gli mettiamo un guinzaglio, muore”. Per questo non dovrebbero esserci limiti alla satira?
Questa la domanda di partenza dell’interessante dibattito "Che satira tira?" organizzato da syndicom Ticino Moesano a metà marzo. Con i mezzi della caricatura e del sarcasmo, si riesce meglio a evidenziare le contraddizioni della società, a sbeffeggiare il potere e a mettere pressione alla politica. Ma spesso la satira sconfina nella volgarità fine a se stessa, nel sessismo. Fino a dove può spingersi? Si deve tener conto dell’etica? Qual è il confine tra libertà d’espressione e censura? A partire da questi interrogativi, un pubblico appassionato e competente ne ha discusso nel consueto appuntamento mensile di syndicom nelle sale di Spazio Ado.
Volgarità e sessualità fanno parte da sempre della satira, ha ricordato Mordasini, citando i versi di Catullo, per il divertimento del pubblico. Però ci devono essere limiti, quelli stabiliti dalla legge, come ha ribadito Laura Riget, studentessa in scienze politiche e storia contemporanea, impegnata politicamente per un mondo più aperto e solidale. Per Laura Riget, “la satira deve essere un esercizio di critica della classe politica. Se non colpisce il potere, non è satira. Ma è ben diverso dal denigrare le persone”.
Ci sono stati interventi della censura? "Sì, una volta sola", ha ricordato Mordasini. "Quando il Diavolo era un supplemento della Regione, ci imposero di togliere una vignetta. E noi ce ne andammo, per continuare da soli... C'è da dire che c'era un accordo per pubblicare un ultimo numero e perciò uscimmo con quella vignetta contestata". 
A volte, sono gli stessi autori satirici ad autocensurarsi. Ed è un po’ quello che è accaduto dopo l’attacco terroristico al giornale francese Charlie Hebdo. Lo stessoCorrado Mordasini ha ammesso: “La libertà totale non esiste. Viva la satira ma prima viene la pelle! C’è però da ribadire che una sana democrazia ha una sana satira. Paesi come la Francia, per tradizione, sono molto più aperti e tolleranti nei confronti della satira. Il Ticino, poi, c'è un problema: in un modo o nell'altro siamo tutti imparentati e ci conosciamo tutti...”.

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