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Rapporto della COFEM relativo al servizio pubblico sui media

La Commissione federale dei media dimostra l'importanza di un'offerta informativa indipendente, eccellente a livello giornalistico e vincolato a un chiaro mandato di prestazioni. syndicom ritiene che le proposte di regolamentazione siano analizzate più profondamente.

syndicom – il sindacato dei media e della comunicazione accoglie con favore il rapporto della COFEM relativo al servizio pubblico sui media. Nella sua analisi, la Commissione federale dei media dimostra l'importanza di un'offerta informativa indipendente sul piano politico e dell'economia privata. Tale offerta dev'essere eccellente a livello giornalistico e disporre di un chiaro mandato di prestazioni. Un servizio pubblico sui media, con disponibilità finanziarie certe grazie alle imposte pubbliche, ha il compito di rafforzare la coesione della società e delle diverse regioni linguistiche.

Il sindacato dei media è fondamentalmente d'accordo che una parte delle tasse sia a disposizione anche di offerenti privati che, in parte, eseguono anch'essi questo mandato di prestazioni. Tuttavia syndicom ricorda che il Consiglio federale, già nel 2011 nel suo rapporto in risposta al postulato «Mantenere la pluralità della stampa», aveva rilevato un fallimento del mercato nell'ambito dei media stampati privati. Le fusioni e le acquisizioni hanno decisamente assottigliato la molteplicità dei media e degli offerenti e le disposizioni in materia di commercializzazione influenzano in modo eccessivo i contenuti dei media già in parecchi ambiti. Qui occorre intervenire, anche se l'attuale rapporto non si esprime in modo esplicito a questo proposito.

L'incentivo organizzato a livello statale di contenuti radiotelevisivi è e resta necessario. Come la COFEM nel suo rapporto precedente, anche syndicom si dichiara favorevole a un incentivo equiparabile dei media stampati e online in ambito giornalistico.

In particolare il sindacato dei media giudica favorevolmente che la Commissione abbia inserito nella sua analisi anche i cambiamenti del quadro dei media in virtù della progressiva convergenza e digitalizzazione. In futuro è auspicabile regolamentare anche le piattaforme e i soggetti che offrono media digitali tramite un mandato di prestazioni mediatico. Tuttavia, il fatto che la COFEM non voglia affrettare troppo una ristrutturazione è incomprensibile. Come per tutte le proposte di sviluppo riportate alla cifra 10 del rapporto, esiste ancora una necessità di concretizzazione. syndicom ritiene che le proposte siano sensate. Alla COFEM viene richiesto di approfondire quanto prima possibile tutto ciò.

La COFEM si merita una piena approvazione nell'ambito della valutazione del modello di agenzia di Avenir Suisse. Quest’ultimo avrebbe voluto che la SSR diventasse un mero public content provider per i contenuti audiovisivi. Il modello di agenzia è assolutamente inadatto e avrebbe come conseguenza che offerenti con un orientamento puramente commerciale possano stravolgere i contenuti dei media finanziati dalla collettività per accrescere i rispettivi profitti. Potrebbe essere discussa una biblioteca audiovisiva online per provvedimenti in ambito culturale e di formazione in virtù di uno sfruttamento non commerciale. Altrimenti l'approccio non orientato agli utili della SSR diverrebbe insensato.

La SSR e i privati che godono di una concessione devono però essere maggiormente valutati rispetto alle premesse dei media pubblici democratici: il loro compito consiste nel produrre e diffondere contenuti media qualitativamente elevati e prodotti in modo indipendente. Ci si attende queste prestazioni anche dai media stampati e online privati. In questo senso radio e televisione devono altresì votarsi alla coesione e integrazione della società.

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