Articolo

Rifiutare condizioni sfavorevoli per le donne

Se la nuova riforma dell’imposizione delle imprese, in votazione il prossimo 12 febbraio, dovesse essere accettata, si avrebbero serie ripercussioni sulla nostra quotidianità e il mondo del lavoro femminile ne uscirebbe gravemente colpito.

 

Le donne sono spesso impiegate nel settore dei servizi: ospedali, amministrazione pubblica, scuole, servizi assistenziali, servizio pubblico. Se la III Revisione dell’Imposizione delle imprese (RII III) dovesse diventare una realtà, le perdite di gettito fiscale sarebbero drammatiche. Il dato più realistico calcola la mancanza di almeno 4 miliardi di franchi, secondo quanto emerge da un’analisi approfondita di questi strumenti di risparmio fiscale condotta dall’Unione sindacale svizzera (USS). Un dato diverso da quello «edulcorato» e largamente sottovalutato fornito dal governo federale, che parla di 3 miliardi di franchi.

La Confederazione e i Cantoni hanno già conosciuto diversi pacchetti di risparmio, e sappiamo tutti dove sono stati pianificati e vengono avvertiti gli effetti di queste tornate di risparmio. Questo nuovo, ulteriore taglio, che prevede regali fiscali per imprese e alcuni privilegiati, avrebbe gravi ripercussioni sulla nostra quotidianità. Tagliare le prestazioni di ospedali, scuole, asili nido e del servizio pubblico, significa anche mettere a repentaglio molti posti di lavoro. Le donne attive nel settore dei servizi verrebbero escluse dal mercato del lavoro.

Nella sanità il 72% dei lavoratori sono donne, nell’istruzione obbligatoria quasi il 74% e nelle strutture degli asili nido il 92%. Le donne attive in questi ambiti del settore pubblico sarebbero pertanto particolarmente svantaggiate. La RI Imprese III comporterebbe la cancellazione di posti di lavoro e un peggioramento delle condizioni lavorative. Il personale dovrebbe svolgere più compiti in meno tempo, con ripercussioni, non da ultimo, anche sulla salute.

I tagli al servizio pubblico si ripercuotono tuttavia in modo diretto anche sui destinatari delle prestazioni. Altrettanto negative sono le conseguenze dei tagli agli asili, ai premi assicurativi e ai contributi alla cultura. Un ulteriore problema, per tutti ma in particolare per le famiglie, è il dover fare i conti con un’offerta di prestazioni ridotta e limitata e con un budget familiare inferiore (stime USS: ogni anno almeno 1000 franchi in meno a famiglia). Le donne, che già sono impegnate su molteplici fronti (professione, svolgimento della maggior parte dei compiti domestici, accudimento di figli e familiari), finirebbero per dover svolgere un carico di lavoro (gratuito) ancora maggiore.

Anche per questo il nostro chiaro NO alla «fregatura dell’imposizione delle imprese» deve affossare senza pietà la RI Imprese III!

Rimani aggiornato

In modo personale, veloce e diretto

Vuoi sapere per cosa ci impegniamo? Abbonati alla nostra newsletter! I nostri segretari e le nostre segretarie regionali saranno felici di rispondere alle tue richieste personali.

syndicom nei tuoi paraggi

Nei segretariati regionali troverai sostegno e una consulenza competente

Aderire adesso