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Sciopero nella tipografia della Basler Zeitung (BaZ)

Da ieri sera, domenica 10 febbraio, ore 23.00, a oggi, lunedì 11 febbraio, si sono fermate le macchine tipografiche a Basilea. Stanotte presso la Zeitungsdrucker AG non è stato stampato nulla. Né l’edizione parziale del giornale della Coop Cooperazione, né la Basler Zeitung (BaZ). Gli scioperanti si stanno difendendo contro l’arroganza del comitato direttore che vuole chiudere l’azienda per il 31 marzo e che ha tenuto un atteggiamento di totale chiusura verso tutte le richieste come anche verso un progetto alternativo proposto dall’organico. Il personale chiede delle indennità di buonuscita, una dilazione dei termini di preavviso e dei negoziati su un piano sociale con la partecipazione dei sindacati. È stata lanciata anche una petizione con un titolo che si commenta da solo: «Cari signori, non ci faremo liquidare così!»

petizione | fotografie | i firmatari |

 

Dall’ 8 gennaio è chiaro che la tipografia BaZ «die Zeitungsdrucker» verrà chiusa per la fine di marzo 2013. Questo provvedimento colpisce 96 persone. E nonostante qualche prepensionamento, offerte d’impiego presso Tamedia e la sistemazione di qualche apprendista, rimangono a piedi ben 72 persone.


In occasione di una prima riunione aziendale tenutasi l’11 gennaio, il personale ha chiesto il prolungamento del termine di consultazione fino al 22 marzo 2013, dal momento che possibili progetti alternativi richiedono più tempo per l’elaborazione che non quello previsto dal CO 335s, che mette a disposizione solo due settimane per presentare proposte concrete per il salvataggio dei posti di lavoro. Inoltre il personale ha chiesto che la commissione del personale fosse affiancata dal sindacato syndicom durante le trattative per un piano sociale, per approfittare della sua esperienza sindacale.


La Basler Zeitung Medien non ha voluto prolungare il termine di consultazione e accettava syndicom soltanto in qualità di osservatore nelle trattative per il piano sociale. Senza nemmeno avvertire la commissione del personale, la direzione aziendale ha fatto pervenire all’Ufficio dell’economia e del lavoro in data 22 gennaio la prima bozza di un piano sociale. Solo il 29 gennaio questa magra offerta è stata presentata anche all’assemblea aziendale. Il personale ha risposto all’offerta con le seguenti rivendicazioni:

  • dilazione dei termini di preavviso
  • ndennità di buonuscita
  • ostegno finanziario per una riqualificazione o una formazione e perfezionamento professionale
  • pagamenti compensativi in caso di differenze salariali
  • rendite transitorie
  • indennità di trasloco

La direzione della Basler Zeitung Medien ha preso in consegna queste rivendicazioni sottolineando che il gruppo Basler sta fallendo e che dunque non dispone di aiuti finanziari da dedicare ai licenziati. Ovviamente è stato taciuto che dietro alla Basler Zeitung Medien ci stanno investitori dal calibro miliardario come Christoph Blocher e Tito Tettamanti. Il 7 febbraio poi è seguita una risposta più concreta nella quale venivano rifiutati sia i trattamenti di fine rapporto come anche le rendite transitorie.


Un’arroganza inaudita

Il picco di arroganza manageriale assoluta è stato raggiunto da Rolf Bollmann, il quale ha replicato che i dipendenti della tipografia avrebbero potuto istituire un terzo pilastro se volevano assicurarsi meglio le proprie rendite. Ha continuato dicendo che anche a oltre 60 anni si trovava ancora lavoro, e che lui ne era il miglior esempio....


Alla stessa riunione aziendale è stato deciso all’unanimità che il personale acconsentiva al magrissimo piano sociale soltanto a condizione che il rendimento lavorativo e la fedeltà dei/delle dipendenti fossero onorati con un’indennità di buonuscita di 1000 franchi per anno di servizio.


Questa rivendicazione è stata consegnata alla direzione dell’azienda con un termine di replica entro il venerdì 8 febbraio ore 18.00. Soltanto dopo la decorrenza di questo termine questi signori si sono degnati di rispondere, attraverso la segretaria, che si sarebbero pronunciati su questa richiesta soltanto il lunedì mattina seguente.


Gli stampatori di giornali non possono più tollerare questo atteggiamento arrogante. Da domenica 10 febbraio a lunedì 11 febbraio le macchine si sono fermate. Stanotte a Basilea non è stata stampata né la BaZ né la Cooperazione.

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