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«Sindacalizzare le donne con occupazioni precarie è la grande sfida da vincere per l’USS»

Pierre-Yves Maillard sarà il nuovo presidente dell’Unione sindacale svizzera a partire dal prossimo 6 maggio. È uno che parla chiaro: «Senza un sistema di controllo, la legge sulla parità dei sessi rimane una tigre di carta». Ma la sfida sindacale per i prossimi vent’anni saranno proprio le occupazioni femminili al servizio degli anziani o dei disabili, che sono precarie, poco qualificate e destinate ad aumentare. In quanto rete di servizio pubblico ben sviluppata per la popolazione, la Posta troverà anche in questo caso un nuovo ruolo da svolgere.

Sylvie Fischer*

syndicom rivista: ti conosciamo come socialista particolarmente legato al servizio pubblico che ha lottato contro lo smantellamento della Posta. Qual è la tua reazione quando vedi scomparire ogni giorno uno o più uffici postali?

Dobbiamo constatare che quanto è stato detto alla fine degli Anni Novanta si è concretizzato. Le riforme dovevano contribuire a una maggiore qualità attraverso la concorrenza. Tuttavia, il servizio pubblico è peggiorato e né La Posta né Swisscom sono a buon mercato. Nei cantoni, la popolazione vota regolarmente contro le privatizzazioni. Ma la Confederazione si è abituata a riscuotere le entrate e sta spingendo per un loro aumento. Inoltre, la ripartizione delle uscite e delle entrate, ad esempio tra La Posta e PostFinance, viene effettuata senza alcun controllo o garanzia. Si dovrebbe effettuare una verifica esterna su ciò che la rete postale porta a PostFinance, in quanto non è solo un fattore di costo. Per cambiare questa situazione è necessaria l’azione sindacale di syndicom, ma anche un’azione politica.

Per ripristinare un buon accesso ai servizi postali, sei favorevole alla revisione della legge sulle poste richiesta da syndicom?

È indispensabile condurre un dibattito sull’accesso alle prestazioni e, in questo contesto, è fondamentale discutere sulla legislazione. Abbiamo un’azienda che è apprezzata dalla popolazione e che ha una rete nazionale sviluppata. Dobbiamo batterci affinché resti in mano pubblica. Non dobbiamo parlare solo del trasporto della posta. Non abbiamo pensato a ciò che La Posta può fare di più per la popolazione. I francesi hanno capito che la popolazione anziana ha bisogno di visite regolari come parte di una strategia per combattere l’isolamento. La Posta può fornire servizi personali in questo settore. Ciò andrebbe naturalmente di pari passo con un miglioramento della formazione e della retribuzione di questi impieghi.

L’USS vuole che le misure collaterali non siano soggette all’accordo quadro tra la Svizzera e l’UE. Ma questo significa che ci sono lavoratori che non vogliono più la libera circolazione?

Occorre riconoscere che l’ampliamento del bacino di reclutamento fa aumentare la concorrenza sul mercato del lavoro e fa pressione sui salari. Le misure collaterali hanno un effetto sui salari bassi, ovvero sulla base, fintantoché vi sono controlli e sappiamo che i controlli non vengono effettuati ovunque. Ma il dumping può verificarsi a tutti i livelli della scala salariale, anche tra gli ingegneri. La gente sta vivendo questa competizione, questa pressione. Ciò che è sbagliato è che vogliamo indebolire un sistema già incompleto e mal applicato, considerando il diritto del lavoro e le salvaguardie pianificate ostacoli al commercio! L’Unione europea, opponendosi a un’efficace protezione salariale, spinge sempre più in là la logica neoliberale e si allontana sempre più dalle persone che la compongono.

Vincendo contro Barbara Gysi, hai detto di essere pronto a impegnarti per la causa delle donne. Come?

Senza un sistema di controllo, la legge sulla parità dei sessi rimane una tigre di carta. Lavorerò sul catalogo di rivendicazioni che le donne stanno preparando. C’è un’evidente lacuna in questa legge: l’onere della sua applicazione ricade sulla vittima che deve agire contro il suo datore di lavoro. Ho conosciuto Malika, la prima donna che ha vinto la sua lotta per la parità salariale, perdendo però il suo posto di lavoro. Se esiste un sistema di protezione contro le discriminazioni, dovrebbe esistere un meccanismo pubblico per controllare l’applicazione della legge. Bisogna pretendere delle ispezioni. Di fronte a un Parlamento che non si muove, spero che lo sciopero delle donne, o un’iniziativa, facciano cambiare le cose. Inoltre, sul modello del bonus educativo, si potrebbe immaginare un bonus per le donne e gli uomini che si prendono cura dei loro genitori anziani, il che migliorerebbe le pensioni.

Da gennaio 2018 l’organico di Swisscom è diminuito di 523 posti a tempo pieno. Come reclutare in tali condizioni? E come possiamo aumentare la percentuale di donne nel sindacato?

L’organizzazione sindacale ha una dimensione storica che facilita l’insediamento nelle ex regie federali che sono rimaste roccaforti sindacali. Questa presenza sindacale deve essere preservata, ma ci deve essere spazio di manovra per esplorare nuovi settori. È la forza dell’USS di essere una piattaforma dove possiamo decidere di mettere in comune le risorse per agire in nuove aree. Una delle maggiori sfide sindacali dei prossimi vent’anni è quella dei servizi alla persona. Si dovranno creare centomila posti di lavoro nell’assistenza domiciliare o negli ospizi, un settore con pochi sindacati, con posti di lavoro femminili spesso precari, poco qualificati e condizioni di lavoro molto dure. Se le risorse possono essere messe impiegate su base consensuale, potremo avere un impatto molto significativo.

Il lavoro gratuito avanza in tutti i settori. Allo stesso modo, per essere interessante, il commercio elettronico ha bisogno di una sotto-offerta salariale, ad esempio nella logistica, dove è stato fissato un salario di 18.27 franchi, troppo basso. Come reagire?

In ogni caso, possiamo constatare come questa nuova economia non faccia scomparire né il mondo del lavoro né il lavoro salariato. È più presente che mai poiché le persone devono vendere la loro manodopera a basso prezzo. Il volume di ore lavorate non è mai stato così elevato e devono essere fissati dei limiti attraverso norme democratiche e controllate, soprattutto perché i confini tra lavoro e vita familiare sono confusi (home office). Penso che si possano trovare alleanze contro gli abusi con alcuni dei commercianti che sono destabilizzati dal commercio online. C’è anche un’offensiva da fare contro i falsi lavoratori autonomi, che si tratti di certi corrieri il cui salario orario non supera pochi franchi, o addirittura di medici in cliniche private. Gli organismi preposti all’applicazione dell’AVS dovrebbero indagare su queste situazioni e far applicare il diritto del lavoro. Allo stesso tempo, potremmo risolvere alcuni dei problemi di finanziamento dell’AVS.

La posizione dei sindacati sul nuovo progetto fiscale federale non è chiara. Ciò è dovuto alla mancanza di un dibattito con la base?

È vero che su questo tema il tempo per il dibattito in seno all’USS non è stato sufficiente. A mio avviso, non possiamo rifiutare il trasferimento di 2 miliardi di franchi all’AVS e di un miliardo di franchi ai cantoni, come parte dell’imposta federale diretta. Se aggiungiamo l’abolizione degli statuti speciali, ciò su cui dobbiamo votare è meglio di ciò che esiste. La riduzione del tasso d’imposizione è a discrezione dei cantoni. Possiamo accettare l’uno e rifiutare l’altro se un cantone si spinge troppo in là o si rifiuta di negoziare.

Cosa rimane dell’ex studente di filosofia nell’attuale presidente dell’USS?

Quegli studi hanno formato il mio spirito critico. Ma bisogna anche saper padroneggiare questo spirito critico al fine di poterlo mettere in pratica.
 

* Caporedattrice syndicom rivista, Foto: Yves Leresche (syndicom rivista No. 9, Gennaio-Febbraio 2019)

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