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Strada accidentata e irta di difficoltà verso il piano sociale: successo per il personale di Tamedia

La commissione del personale di Tamedia ha raggiunto un accordo con la direzione dell'impresa su un piano sociale per le persone colpite dai tagli di posti di lavoro. Malgrado ciò, spicca il fatto che la rappresentanza del personale abbia dovuto appellarsi all’Ufficio federale di conciliazione per giungere ad una soluzione, il che dimostra “la povertà” dell'impresa mediatica più ricca della Svizzera. Dimostra anche, ancora una volta, quanto un contratto collettivo di lavoro per il settore dei media sia urgente.

Azione davanti alle redazioni della «Berner Zeitung» e del «Bund» il 18 maggio a Berna

La commissione del personale di Tamedia ha raggiunto un accordo con la direzione dell'impresa su un piano sociale per le persone colpite dai tagli di posti di lavoro. Malgrado ciò, spicca il fatto che la rappresentanza del personale abbia dovuto appellarsi all’Ufficio federale di conciliazione per giungere ad una soluzione, il che dimostra “la povertà” dell'impresa mediatica più ricca della Svizzera. Dimostra anche, ancora una volta, quanto un contratto collettivo di lavoro per il settore dei media sia urgente.

La commissione del personale e il sindacato dei media syndicom giudicano che il risultato dei negoziati è buono. Tuttavia, il fatto che ci sia voluto l’intervento e la mediazione dell’Ufficio federale di conciliazione mette in cattiva luce la gestione di Tamedia. Per la più grande e ricca impresa mediatica della Svizzera, con un utile semestrale di ben 7,5 milioni di franchi svizzeri nell’anno corrente, la concessione di giuste prestazioni sociali come parte della ristrutturazione in corso dovrebbe essere una cosa scontata. Purtroppo però, non è così.

Indennità di partenza in caso di licenziamento più elevate e prestazioni in caso di pensionamento anticipato

Il piano sociale contiene alcuni miglioramenti sostanziali rispetto all'offerta originale di Tamedia: le indennità di licenziamento del personale licenziato, che sono calcolate secondo gli anni di servizio, corrispondono ora a un minimo di 3 e a un massimo di 12 stipendi mensili. Le/I dipendenti licenziati con figli di età inferiore ai 7 anni riceveranno uno stipendio mensile aggiuntivo, così come le/i dipendenti che hanno più di 58 anni. In caso di disdette causate da una modifica del contratto di lavoro (riduzioni forzate dell'orario di lavoro), le/gli interessate/i ricevono un'indennità salariale per il numero di mesi per i quali avrebbero beneficiato di un'indennità di licenziamento.

Il nuovo piano sociale include anche pagamenti una tantum per il coaching, la riqualificazione professionale e la formazione continua, nonché il trasferimento. Infine, a partire dai 50 anni e dal settimo mese di disoccupazione, Tamedia si impegna ad effettuare pagamenti differenziali tra il precedente salario mensile e l'indennità di disoccupazione per 8 mesi. Miglioramenti sono stati raggiunti anche nelle indennità di licenziamento per i liberi professionisti regolari e delle prestazioni transitorie per i prepensionati.

Il piano sociale è valido fino al 31 dicembre 2023 e si prolungherà tacitamente di un anno se non verrà disdetto con almeno 12 mesi di anticipo da Tamedia o dalla commissione del personale.

Un contratto collettivo di lavoro è urgente

Lo svolgimento dei negoziati mostra ancora una volta l'urgente necessità di una regolamentazione dell’intero settore per mezzo di un contratto collettivo di lavoro. Dopo quasi due decenni senza un CCL, il settore privato dei media ha urgentemente bisogno di standard minimi vincolanti per i salari e le condizioni di lavoro, nonché di prestazioni in caso di tagli di posti di lavoro. Anche nell’ottica della nuova legge sulla promozione dei media, sarebbe opportuno tendere una mano per ravvivare il partenariato sociale. Dopo tutto, anche i grandi gruppi mediatici beneficeranno dei sussidi pubblici.

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