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Südpack, la lotta dei lavoratori di Bioggio

In primavera, dopo una estenuante trattativa causata dalla volontà dell’azienda di chiedere importanti sacrifici salariali ai lavoratori, una risicata maggioranza dei colleghi ha dato mandato alle parti sociali di siglare un accordo al ribasso con la direzione Südpack di Bioggio. Obiettivo di questo accordo, secondo quanto indicato dalla direzione, era fronteggiare la temporanea situazione di difficoltà causata dalla decisione della BNS relativa al cambio franco-euro e dare respiro all’azienda per il prossimo futuro. Le parti sociali e la minoranza dei dipendenti hanno ingoiato l’amaro boccone e accettato la misura imposta dall’alto riuscendo solo in parte e con grandi sforzi a limitare l’importante richiesta di sacrificio. A distanza di pochi mesi, senza informare né coinvolgere le parti sociali né la commissione del personale, l’azienda ha consegnato 6 licenziamenti. Appena venuto a conoscenza di quanto accaduto durante il cambio turno delle 22 di venerdì 28 agosto syndicom ha deciso di presenziare fuori dall’azienda ed informare i colleghi di quanto accaduto. La tensione è palpabile e i lavoratori esprimono rabbia e sgomento.

Le parti sociali decidono allora di convocare un incontro immediato con la direzione e lunedì 31 agosto alle ore 11 chiedono, oltre al ritiro immediato dei licenziamenti, di aprire una discussione che veda coinvolti i sindacati con l’obiettivo di confrontarsi seriamente sul futuro dell’azienda. La risposta del direttore Gabriele Leccioli è lapidaria: non intende tornare sui suoi passi e non ritiene opportuno coinvolgere le parti sociali. Nel corso del cambio turno delle 14 i sindacati incontrano i colleghi e li informano della posizione della direzione. I colleghi decidono di darsi appuntamento il mattino seguente, martedì 1 settembre, prima dell’inizio turno delle 6 per decidere quali azioni sindacali intraprendere. Nel corso del pomeriggio i sindacati si incontrano e decidono congiuntamente di proporre ai colleghi un’assemblea straordinaria durante il tempo di lavoro dalle 6 alle 9 del mattino per cercare di dare un segnale forte alla direzione. La stessa mattina il personale condivide la proposta sindacale e decide di riunirsi in assemblea e di sospendere l’entrata in azienda fino a quando la direzione non è pronta a dare un segnale di apertura e di collaborazione. Dopo un difficile confronto con la direzione, che inizialmente sfida sindacati e lavoratori con varie forme di pressione, si riesce a far convocare un incontro urgente con un rappresentante della sede centrale in Germania. L’incontro viene fissato per il giorno successivo. Il personale riunito in assemblea decide dunque di sospendere l’azione di protesta e di entrare in azienda.

Mercoledì 2 settembre alle ore 11 ha inizio la trattativa con un rappresentante della sede centrale. Dopo un difficile inizio di trattativa e una evidente mancanza di volontà da parte dell’azienda volta a trovare una soluzione ragionevole, alle ore 13 i sindacati sospendono l’incontro e aggiornano i lavoratori che decidono di convocare un’altra assemblea straordinaria dalle ore 14 sospendendo nuovamente l’entrata in servizio. Questa azione di forza da parte dei lavoratori costringe la direzione ad accelerare i tempi alla ricerca di una soluzione condivisa. La direzione informa che il budget per il 2016 prevede un’importante perdita rispetto all’anno corrente e quindi ci saranno delle ripercussioni anche sul numero degli impieghi per l’anno prossimo. Verso le ore 15.30 la delegazione sindacale informa i lavoratori sulla decisione di aprire una trattativa sul fatto di coinvolgere le parti sociali relativamente al futuro dell’azienda mentre la direzione apre alla possibilità di ritirare i licenziamenti e d’introdurre la misura del lavoro ridotto per i 6 colleghi licenziati e per quelli previsti per il 2016. Il 7 settembre in un’assemblea sindacale concordata con l’azienda i lavoratori vengono informati della situazione. Il 14 settembre riprende la trattativa, la direzione informa che non ci sono i numeri al momento per l’introduzione del lavoro ridotto e quindi non può ritirare i licenziamenti. In cambio propone un piano sociale da definire per i 6 colleghi licenziati e il coinvolgimento futuro di partner sociali e della commissione del personale nel caso ulteriori misure andassero a colpire i lavoratori. Questa proposta verrà presentata in un’assemblea, attualmente in data da definire, durante la quale i lavoratori decideranno se entrare nel merito della proposta o se continuare con la protesta.

* Nicola Morellato è segretario syndicom regione Ticino e Moesano.

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