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Sul rapporto governativo «Mantenere la pluralità della stampa»: Non fare niente non è un’opzione!

Il Consiglio federale ha pubblicato oggi la sua decisione di non intraprendere nulla in tema di stampa e media svizzeri nonostante la situazione problematica riconosciuta nella quale versa il settore. Esso ha puntato sulla «responsabilità propria e autoregolamentazione dei media». Il sindacato syndicom non comprende affatto questa decisione così poco coraggiosa del governo e fa notare che il rapporto «Mantenere la pluralità della stampa» ha accertato una grande necessità d’intervento.

Il Consiglio federale ha pubblicato oggi la sua decisione di non intraprendere nulla in tema di stampa e media svizzeri nonostante la situazione problematica riconosciuta nella quale versa il settore. Esso ha puntato sulla «responsabilità propria e autoregolamentazione dei media». Il sindacato syndicom non comprende affatto questa decisione così poco coraggiosa del governo e fa notare che il rapporto «Mantenere la pluralità della stampa» ha accertato una grande necessità d’intervento.

Il rapporto governativo elaborato dall’Ufficio federale delle comunicazioni (Ufcom) analizza in modo accurato la situazione odierna dei media svizzeri e la messa in pericolo della pluralità dei media, specialmente di quella della stampa. Ma con la sua conclusione di non intraprendere nulla il governo ignora la sua stessa analisi, dal momento che l’autoregolamentazione nell’ambito della stampa ha fallito, e dal momento che l’accentramento dei media e delle imprese in Svizzera ha fatto dei passi da gigante: già oggi quasi la metà dei quotidiani svizzeri esce dalla casa editrice Tamedia-Edipresse e questo editore, insieme agli altri due grossi editori NZZ e Ringier, controlla dal 75 all’80 percento del mercato dei quotidiani.

Il governo riconosce i problemi economici legati ai media stampati; come anche il fatto che il mutamento di struttura produca delle conseguenze negative sulla qualità dei media, sulle condizioni lavorative dei/delle giornalisti/e come anche sul numero dei posti di lavoro. In risposta al postulato del Consigliere nazionale PS Hans-Jürg Fehr il rapporto giudica anche esplicitamente critiche le conseguenze del massiccio smantellamento di posti di lavoro presso diverse case editrici: perdita di conoscenze specialistiche, scarsità di risorse che in combinazione con un’aumentata pressione d’attualità e modo di produrre multimediale portano a un giornalismo “allround” superficiale che si ripiega sempre più su se stesso. Il rapporto osserva che tutto questo conduce a un ulteriore riduzione della pluralità di contenuto e della funzione democratica dei media.

Nonostante questi accertamenti preoccupanti il governo federale ha deciso di stare a guardare per altri quattro anni. Delle tre opzioni prese in considerazione dal governo, questo ultimo ha deciso di intraprendere la via meno faticosa, ovvero quella del mantenimento dello status quo. syndicom fa un appello al governo federale, affinché esso riveda la sua decisione e affinché prenda in mano l’opzione studiata altrettanto a fondo ovvero un’analisi completa dal punto di vista politico-mediatico globale. Urge, ai fini della democrazia politica, un intervento statale coraggioso nell’interesse della pluralità della stampa.

L’autoregolamentazione economica dei media non può continuare a protrarsi sulle spalle degli impiegati. Anche di questo è consapevole il governo, quando invita i media a migliorare le condizioni lavorative dei giornalisti. Il sindacato syndicom s’impegna affinché le condizioni di lavoro dei collaboratori e delle collaboratrici dei media stampati nella Svizzera tedesca e in Ticino siano di nuovo tutelate e garantite da un contratto collettivo di lavoro.

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